Slot, Bianca (SAPAR): “Dove manca l’offerta legale il gioco corre il rischio di finire nelle mani delle organizzazioni criminali, il proibizionismo non serve”

“Il settore non va annullato ma gestito, altrimenti si riconsegna in mano alla criminalità”. A dire queste parole è stato il Generale della Guardia di Finanza del comando provinciale di Bari in una intervista rilasciata recentemente ad Agimeg in cui si parlava dell’operazione delle Fiamme Gialle che ha portato al sequestro di 82 apparecchi e alla denuncia di sette persone: “…Il settore non va annullato ma gestito, altrimenti si riconsegna in mano alla criminalità. Dalla nostra esperienza, siamo consapevoli che il settore non va cancellato, ma gestito nella consapevolezza che l’alternativa sarebbe lasciarlo alla criminalità organizzata…”. “Questi sono stati i chiari e semplici concetti ribaditi dalla SAPAR nelle recenti audizioni alla quale ho preso parte”, ha dichiarato il segretario nazionale Sapar Corrado Luca Bianca. “Recentemente abbiamo avuto due importanti incontri. Nella prima audizione avuta con la dott.ssa Francesca Vignola dell’Area Welfare dell’A.A.S. N. 2 “Bassa friulana”, nonché coordinatrice del tavolo regionale sul gioco d’azzardo del Friuli Venezia Giulia, abbiamo fornito spunti di riflessione importanti per migliorare la norma regionale, ricordando l’importanza di salvaguardare l’offerta pubblica e la filiera legale; ho denunciato al nostro interlocutore la non coerenza del divieto previsto dalla norma regionale in merito alle apparecchiature “Ticket Redemption” viste la finalità di intrattenimento ludico della macchina. Se non dovessimo riuscire a trovare una soluzione nel breve periodo temo, e denuncio pubblicamente, che molte sale stagionali dell’Adriatico avranno serie ripercussione economiche che potrebbero portare anche a drastiche e drammatiche chiusure di attività che hanno speso tempo, risorse e denaro per creare “Intrattenimento puro”. Questa situazione avrà un unico colpevole ovvero l’approccio superficiale, demagogico e provinciale delle istituzioni. Ieri al Comune di Torino abbiamo raccontato le caratteristiche del nostro settore, il suo valore economico, l’occupazione e il ruolo di presidio di sicurezza e legalità sul territorio svolto da gestori ed esercenti. Ovviamente ci siamo soffermati anche sulla sospensione del regolamento comunale da parte del Consiglio di Stato; c’è la volontà del comune di discutere una proposta concreta e condivisa dalle parti coinvolte. Concludo questo mio resoconto – ha proseguito il segretario generale Sapar – con delle riflessioni in merito alla recente assemblea dei soci della Delegazione Lazio; assemblea molto importante, perché mi ha dato modo di toccare ancor più con mano la rabbia che vivono in questo periodo la quasi totalità delle aziende di gestione. Voglio urlare a tutti i soci presenti in riunione e a tutti i soci in generale che capisco la loro amarezza, la loro delusione e la loro rabbia. Aziende fatte di persone, lavoratori che non conoscono orari, che lavorano in continuazione, sabato, domenica e festivi per garantire efficienza, elevate qualità nei servizi; aziende che mettono sempre in primo piano la soddisfazione del cliente; aziende che tutti i giorni combatto con tutto il mondo dell’illegalità; aziende che rispettano un’insieme di norme amministrative, comportamentali e legislative che garantiscono la legalità del gioco a tutela del giocatore e dello Stato. Dove manca l’offerta legale, il gioco corre il rischio di finire nelle mani delle organizzazioni criminali. Senza una rete legale, il rischio è quello di tornare all’epoca degli 800mila videopoker illegali; possibile che tali concetti semplici e facili da capire non vengano compresi nei palazzi della politica? Possibile che i nostri amministratori non riescano a capire che il proibizionismo non serve a nessuno? In un momento storico in cui in parlamento si sta discutendo di legalizzare la marijuana, adducendo che il proibizionismo non è la soluzione, allo stesso tempo si sta discutendo di eliminare il gioco (ovviamente si parla solo di Apparecchi automatici; altro grande mistero) peccato che eliminazione = proibizionismo. Sento il peso del momento che stiamo vivendo, di tutte le aziende che rappresentiamo e delle persone a cui diamo lavoro. Ho fatto il massimo, continuerò a fare il massimo. L’unica cosa che chiedo a tutti è quella di non rassegnarsi, di combattere fino all’ultimo”. lp/AGIMEG