Senato, Lega ripresenta ddl per razionalizzare la distribuzione delle sale e delle slot

La Lega ripresenta al Senato un disegno di legge per il contrasto al fenomeno della ludopatia e la razionalizzazione dei punti di rivendita di gioco pubblico. Il testo era già approdato a Palazzo Madama nel 2014 – a presentarlo all’epoca fu Massimo Bitonci, eletto in questa legislatura alla Camera – venne assegnato alla Commissione Affari Costituzionali che tuttavia non ne iniziò mai l’esame. Il disegno quindi è decaduto con il termine della Legislatura, e è stato ripresentato nell’attuale da Erika Stefani e da altri senatori leghisti. Le disposizioni sono in gran parte analoghe a quelle della precedente versione, si chiede ad esempio di vietare l’istallazione delle slot negli stabilimenti balneari e nei circoli privati , nei Ctd, nelle sale pubbliche da gioco in cui possono accedere minori, e in generale in tutti quegli esercizi che svolgono come “attività principale diversa dalla commercializzazione dei prodotti di gioco pubblici” e che abbiano “superficie destinata all’attività principale non superiore a 20 metri quadrati”. I bar e i ristoranti che abbiano una superficie taf i 20 e i 50mq potranno istallare fino a due slot; e consentita poi un’altra slot ogni 50mq, fino a un massimo di 6 apparecchi. Gli esercizi commerciali potranno sistemare gli apparecchi solamente in locali “architettonicamente separati dalle aree destinate all’attività principale dell’esercizio e la loro superficie non deve essere prevalente rispetto a quella dedicata all’attività principale”. Il 30% del Preu, inoltre, dovrà essere devoluto ai comuni. Il nuovo testo fa però propri fasce orarie e distanziometri. Le sale da gioco potranno restare aperte solo dalle 10 alle 13, e dalle 17 alle 22 (stesse fasce per accendere gli apparecchi istallati negli altri locali) e vengono fatti salvi i limiti più restrittivi approvati dalle Regioni. I distanziometri diventano invece due, uno da 1.000 metri per i normali luoghi sensibili, e uno da 100 metri per “sportelli bancari, postali o bancomat, agenzie di prestito di pegno o attività in cui si eserciti l’acquisto di oro, argento o altri oggetti preziosi”. lp/AGIMEG