Senato, De Bertoldi (FI), “Serve riordino settore scommesse. Caos su gare destabilizza mercato e aumenta ludopatie”

Attuare “un complessivo riordino normativo dei giochi e delle scommesse, sia dal punto di vista fiscale, sia sotto il profilo autorizzativo e concessorio”, e adottare misure per “sostenere, al contempo, un importante comparto economico del Paese, dall’indotto rilevante, le cui condizioni attuali evidenziano un quadro normativo generale complesso e disorganico “. LO chiede in un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Economia, il senatore Andrea De Bertoldi (FI), puntando il dito in particolare sulla situazione in cui versano le agenzie e gli operatori delle scommesse. “Le concessioni delle licenze già scadute nell’anno 2015 sono state prorogate, impedendo di fatto l’accesso al mercato dei giochi e scommesse ad altre società non ancora operanti nel territorio italiano, determinando di conseguenza un numero sempre maggiore di ricorsi giudiziari” si legge ad esempio. E ancora, dopo aver criticato le due sanatorie per i Ctd, “molte società (ex CED) hanno inoltre tentato di aggirare le normative italiane, iniziando l’attività come “punto di vendita ricarica” (PVR), con prodotti autorizzati dai Monopoli di Stato, inserendo successivamente all’interno delle stesse strutture commerciali “siti.com” abusivi”. Nell’interrogazione si afferma che “il susseguirsi di normative settoriali, frammentarie ed inadeguate nel settore dei giochi e scommesse abbia ulteriormente dilatato le numerose e articolate problematiche legate a tale settore, comportando un aumento dell’evasione fiscale e dei casi di ludopatia”. Inoltre, “gli effetti negativi e penalizzanti hanno determinato complessivamente una riduzione delle entrate tributarie per l’amministrazione dello Stato e l’impossibilità di introdurre nuovi bandi per le licenze delle concessioni, bloccando il potenziale interesse verso il nostro territorio di società internazionali, e alimentando confusione e disorientamento nell’opinione pubblica”. L’interrogazione verrà discussa in Commissione Finanze. rg/AGIMEG