Sapar risponde ad Endrizzi: “Governo ha prodotto solo danni al comparto dei giochi. Vorrebbe cancellare il gioco d’azzardo ma assicurarsi al contempo ulteriori entrate con tassazione a gestori e operatori”

“Non ci sorprende che un parlamentare dell’attuale maggioranza gialloverde dica tutto e il contrario di tutto quando in materia di gioco di Stato si avvita su indagini introspettive e sociologiche parlando di “carenza genitoriale che produce danni devastanti ai figli fino all’abbandono scolastico e alla probabilità di diventare giocatori d’azzardo”. Il ragionamento del sen. Endrizzi, al quale vorremmo chiedere come mai il suo governo è in forte ritardo sulla normativa nazionale di regolamentazione del gioco pubblico, fa troppe grinze”. E’ il commento della Sapar alle dichiarazioni di ieri del senatore Endrizzi, sulla riforma delle scommesse e sul cash-out in particolare. “Al momento – continua la nota Sapar – ha prodotto solo danni ad un comparto che lo stesso Endrizzi vorrebbe cancellare assicurandosi al contempo ulteriori entrate con la tassazione applicata a gestori e operatori del settore per sostenere i costi del reddito di cittadinanza che fino a questo momento non ha dato alcun posto di lavoro ma solo beneficenza e assistenzialismo. Sì perché la riduzione della spesa che tutti invocano come elemento di contrazione del gioco d’azzardo appare in netta controtendenza con quanto accade. Ma questo nella realtà dei fatti non può che far piacere allo Stato il quale incassa di più anche a fronte della riduzione del “pay out” che colpisce in modo univoco le tasche del giocatore. Lo capisce anche un bambino alla Playstation che la riduzione delle probabilità di vincita non rappresenta un deterrente per il giocatore,  potenziale ludopatico, ma esattamente il contrario per gli effetti che il meccanismo innesca. Quando Endrizzi parla di coerenza della legge nel mantenimento del gettito a condizione di incrementare la tassazione,  si rasenta il paradosso e si manifesta con chiarezza l’inganno poiché gli oneri del prelievo fiscale plurimo attuato con le manovre di bilancio non colpiscono il giocatore ma tutti gli attori della filiera, dal gestore all’ultimo dei lavoratori provocando pesanti ripercussioni sul piano occupazionale e sull’intera industria del Gioco”. Secondo l’associazione non è vero che il Governo è impegnato a fronteggiare il gioco d’azzardo, perché le azioni “difficilmente saranno attuate” e comunque prima c’è bisogno di riorganizzare il settore, garantire “piena occupazione a tutti i lavoratori del comparto” e individuare “altre fonti finanziarie dalle quali attingere denaro per far fronte a misure di sostegno del reddito, piuttosto che distruggere in Italia la terza industria in ordine di fatturato”. lp/AGIMEG