Riforma giochi, Endrizzi (M5S): “Distanze dai luoghi sensibili solo un piccolo passo per le regioni senza regolamentazione specifica, ma per le altre si torna indietro”

“Come fa la collega Albano (Pd) ad apprezzare la bozza Baretta sul gioco d’azzardo già bocciata da tutte le associazioni “No-slot” e dalla Regione Lombardia? Ma le legge le dichiarazioni delle campagne “Mettiamoci in Gioco”, Slot-Mob, i commenti della Consulta Anti-Usura? Non si faccia ingannare”. E’ quanto afferma in una nota il senatore del Movimento 5 Stelle Giovanni Endrizzi in risposta alle dichiarazioni della senatrice Pd Albano dopo l’incontro con il sottosegretario Baretta. Al termine di tale incontro la senatrice aveva evidenziato come il governo fosse “deciso a portare avanti quanto indicato nella Legge di Stabilità del 2016: una sensibile riduzione delle apparecchiature slot e videolotteries, l’uso del tesserino sanitario per l’identificazione del giocatore per le Vpr da remoto, come avviene per i distributori di sigarette, e l’introduzione della distanza minima di 150 metri dai luoghi sensibili”. “Albano esulta per le sei ore di chiusura giornaliera delle slot machines? Per com’è scritto potrebbero essere 6 ore di chiusura notturna – continua Endrizzi – la distanza minima di 150 metri da scuole e chiese è un piccolo passo avanti nei Comuni e Regioni dove non c’è alcuna tutela, ma nelle Regioni virtuose e nei Comuni che difendono i cittadini sono due passi indietro che difendono le lobby, tra l’altro non sono previste distanze minime da altri luoghi sensibili come centri anziani, luoghi aggregazioni sociali, ospedali”. “Siamo al teorema del “meglio che niente” già visto nella riforma costituzionale e bocciato dai cittadini che hanno difeso l’autonomia delle Regioni. La Lombardia ieri ha detto di nuovo ‘no’ e ha fatto bene. Le Regioni non tradiscano adesso e difendano i cittadini senza cedimenti sui principi non negoziabili: massima libertà ai Comuni e Regioni nel combattere ‘azzardopoli'”, conclude Endrizzi. cdn/AGIMEG