Poker: boom in borsa di Amaya dopo l’annuncio del rientro negli States di Full Tilt e PokerStars

Amaya, la società canadese che controlla Rational Group, proprietaria di PokerStars e Full Tilt, ha registrato un vero boom in borsa. Appena è stata ufficializzata la notizia del rientro negli States delle due rooms, grazie alle licenze rilasciate in New Jersey, sul listino Nasdaq si è registrato nelle prime ore, un apprezzamento delle azioni del 14%. Dopo un giorno addirittura il valore è schizzato ad un pazzesco +24%.
Anche nella giornata di ieri, Amaya (Aya in borsa) ha chiuso con +3,18%. La compagnia di David Baazov è quotata sia al Toronto Stock Exchange che a New York e nella giornata di ieri un’azione di Amaya valeva 24,27$ americani, più di 31 dollari canadesi (CAD).
Il 9 settembre il titolo valeva 22,98 dollari canadesi: è stato fatto un balzo in avanti notevole.Ad indurre gli investitori all’ottimismo è l’effetto domino che il riconoscimento in New Jersey potrebbe rappresentare per Amaya: sembra più facile l’ingresso in Nevada, Delaware e soprattutto in California (nel 2016) e a New York (2017 o 2018).
Le autorità del NJ hanno condotto una laboriosa due diligence sulla cessione di PokerStars e Full Tilt. L’indagine è durata più di un anno ed il responso è stato positivo.
Inoltre c’è un’alta carta importante che potrà giocarsi Amaya e che riguarda il mercato dei Fantasy Games, con il lancio di Stars Draft negli States.

Diversi analisti, ritengono l’investimento interessante ma ancora a forte rischio. Per quale motivo? L’incubo per l’e-gaming statunitense si chiama Restoration of America’s Wire Act (RAWA), disegno di legge finanziato e sostenuto politicamente da Sheldon Adelson, azionista di maggioranza di Las Vegas Sands.
I mercati regolamentati statunitensi del poker online – riporta Assopoker – sono stati autorizzati dopo che il Dipartimento di Giustizia aveva dato una propria interpretazione autentica positiva alla legge federale. In sintesi, solo le scommesse online rientravano nei divieti del Wire Act.
Adelson mira ad una nuova legge federale che sposi un’interpretazione orientata a stroncare il gioco online.
Ci sono altre incognite derivanti da altri mercati grigi legali importanti nel Mondo che potrebbero pesare sul futuro del gruppo: il primo è senza dubbio la Germania, seguono Russia, Cina e Brasile, anche se per il paese sudamericano il governo sembra orientato ad una regolamentazione. Ma la partita decisiva si giocherà negli States nei prossimi due anni. Aver messo tutti e due i piedi in New Jersey è già un passo in avanti notevole. lp/AGIMEG