Piemonte, ieri nelle Commissioni III e IV analisi della legge sul gioco

Presentati ieri, nel corso di una riunione congiunta delle Commissioni Attività Produttive e Sanità del Consiglio Regionale Piemonte, i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – elaborati, su incarico della Regione, da Ires Piemonte – sugli effetti che sta producendo la legge regionale sul gioco. Emerge in particolare che dall’approvazione della legge 9/2016, infatti, il volume del gioco d’azzardo legale in Piemonte si è ridotto di più di mezzo miliardo di euro, passando da un volume di 5,1 miliardi nel 2016 a una stima di 4,6 miliardi nel 2018 e le perdite dei giocatori si sono ridotte del 17% passando da 1,250 miliardi nel 2016 a una stima di 1,030 miliardi nel 2018. Pentenero e Saitta hanno sottolineato gli effetti positivi della legge, di diverso avviso invece il consigliere Luca Cassiani (Pd), che ha presentato due emendamenti per limitare gli effetti della legge. Cassiani, pur concordando sul fatto che si è rivelata una norma positiva nella sua quasi totalità, ha espresso perplessità sull’efficacia del “distanziometro”, ovvero sulla distanza minima che gli esercizi commerciali che ospitano slot machine devono rispettare nei confronti di luoghi ritenuti “sensibili”. A suo avviso il “distanziometro” non ha avuto un grosso impatto sulla diminuzione del gioco poiché lungo le statali sono stati aperti nuovi mini casinò e altri stanno per aprire e chi vive nelle zone di confine si riversa a giocare in Liguria o in Lombardia. La consigliera Nadia Conticelli (Pd) ha invece sottolineato che la legge riguarda solamente il gioco legale perché quello illegale va combattuto con altre armi. La legge non ha l’obiettivo di abolire il gioco legale ma limitarne gli eccessi e le distorsioni. Per il consigliere Andrea Tronzano (Fi) – che ha presentato anch’egli una serie di emendamenti alla legge 9/2016 che verranno discussi in Aula nell’ambito del disegno di legge “Omnibus” – è competenza del Consiglio regionale valutare cambiamenti alla legge e cercare soluzioni che non ricadano sulla pelle dei lavoratori. Esprimendo riserve sull’utilità del “distanziometro”, ha sottolineato che il Piemonte non può permettersi di stroncare un settore come il gioco d’azzardo, che oggi rappresenta la terza economia in Italia. Di parere diverso, Marco Grimaldi (Leu) ha affermato che i dati presentati dalla Giunta sono concordi nell’affermare che la spesa per il gioco d’azzardo è stata ridotta e ricordato che l’obiettivo della legge non è sradicare il gioco d’azzardo legale dal Piemonte, perché non si tratta di un provvedimento proibizionista, ma che la flessione dimostra che si sta operando nel verso giusto. Il consigliere Davide Bono (M5s), infine, ha chiesto alla Giunta di mettere a disposizione delle Commissioni l’elenco dei Comuni piemontesi che, in seguito all’approvazione della legge, hanno emanato ordinanze in materia di gioco d’azzardo.