Operazione scommesse illecite, a Reggio Calabria 18 arresti e 33 siti di scommesse online sequestrati

Dalle prime luci dell’alba, anche il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, unitamente a personale del Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria, ha eseguito l’operazione sulla rete di scommesse online illecite ed ha portato all’arresto di 18 persone ed al sequestro preventivo di 15 imprese operanti sul territorio nazionale, dell’intero patrimonio aziendale di 23 imprese estere, di 33 siti di scommesse online, 24 immobili, numerosi automezzi, conti correnti nazionali ed esteri e quote societarie di imprese nazionali ed estere, per un valore di oltre 723 milioni di euro. Le indagini hanno accertato l’esistenza di una pluralità di associazioni per delinquere operanti sul territorio nazionale nel settore della raccolta del gioco e delle scommesse con i marchi Planetwin365 (fino al 2017), Betaland ed Enjoybet (con condotta tuttora perdurante) le quali, in rapporto con la ‘ndrangheta, da un lato consentivano a quest’ultima di infiltrarsi nella propria rete commerciale e di riciclare gli imponenti proventi illeciti, dall’altro traevano esse stesse significativo supporto per l’ampliamento della propria rete commerciale e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio. E’ stata così accertata l’esistenza di un articolato sodalizio criminale che – grazie agli accordi territoriali con le organizzazioni mafiose – si è infiltrato nel tessuto economico nazionale, con specifico riferimento al comparto dei giochi e delle scommesse, compiendo una pluralità di violazioni che vanno dalla raccolta fisica delle scommesse in assenza della prevista concessione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, all’utilizzo di siti online “.com” completamente illegali, all’uso dei Centri Trasmissioni Dati (CTD) e dei Punti Vendita Ricariche (PVR), come schermo giuridico fittizio dietro cui celare la raccolta illegale. La rete commerciale aveva una struttura gerarchica a catena che vedeva al vertice i c.d. “master”, ovvero l’apice della rete commerciale del “brand” in un determinato territorio, raccogliendo sotto la propria responsabilità, talvolta con ulteriori intermediari, una serie di punti commerciali che si relazionavano direttamente con la clientela. Ciascuno dei componenti la citata rete commerciale vantava dei profitti in percentuale sul totale del giocato; sicché, prima di essere trasferiti all’estero, agli utili derivanti dalla raccolta (al netto delle vincite dei giocatori) erano sottratte le provvigioni spettanti a ciascuno. Talvolta i “master”, che vantavano il controllo piramidale di un numero significativo di punti commerciali, “bancavano” una quota parte delle scommesse condividendo con il “bookmaker” il rischio d’impresa connesso all’andamento delle attività, così partecipando alle vincite e alle perdite nella percentuale pattuita (c.d. “co-banco”). Tale modalità operativa genera sempre un’attività illecita: il c.d. “co-banco”, infatti, cela l’esistenza di una società di fatto tra il “bookmaker” ed il “master”, che condividono i rischi economici connessi alla gestione del servizio e che vi conferiscono il primo, il sistema gestionale in remoto ed il secondo, la rete commerciale dedita alla diffusione del prodotto. Nel corso delle indagini è stato inoltre rilevato l’esercizio, da parte di alcuni componenti dell’articolato sodalizio criminale sopra citato, di una pluralità di attività illecite quali l’esercizio abusivo di attività creditizia, l’organizzazione di corse clandestine di cavalli con la contestuale raccolta illegale delle scommesse, la creazione di alcune sale adibite a “bische clandestine” gestite da soggetti appartenenti e/o vicini a cosche di “‘ndrangheta”, operanti sul territorio reggino, il riciclaggio e il traffico di sostanze stupefacenti. Inoltre, è stata accertata l’infiltrazione della cosca Piromalli nelle imprese riferibili a Furfaro Santo, tra cui il Susan Bowling, sito all’interno del Parco Annunziata di Gioia Tauro ed un’impresa dedita al noleggio, su scala nazionale, di slot e VLT. Le indagini così condotte sono state progressivamente ampliate, con il significativo contributo del Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti delle società di diritto maltese Sks365 Malta Ltd, titolare del marchio PlanetWin365 e Oia Service Ltd, titolare dei marchi Betaland e Enjoybet, che hanno strutturato sul territorio italiano una ramificata rete commerciale costituita da CTD, PVR ed Agenzie. Va precisato, con riferimento alla “SKS365” che le investigazioni hanno riguardato esclusivamente la proprietà/management che ha gestito la società fino al 2017, ovvero prima della sua cessione ai nuovi proprietari, nei cui confronti non sono emersi elementi di responsabilità. Grazie alle puntuali dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, è stato accertato che dette società, anche dopo aver aderito alla procedura di regolarizzazione per emersione prevista dalle leggi di stabilità 2015 e 2016 (c.d. “Sanatoria”), hanno continuato ad effettuare una raccolta parallela a quella legale attraverso siti web “.com” gestiti, anche nella modalità di “co-banco”, da soggetti riconducibili a diverse organizzazioni mafiose, così integrando, tra l’altro, il reato di cui all’art. 4 della legge 13/12/1989, n. 401 (Esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa). Ciò è avvenuto sulla base del presupposto che – come confermato dagli stessi collaboratori di giustizia – in determinate aree del paese, tra le quali il territorio calabrese e, in particolare, la provincia di Reggio Calabria, non è possibile accedere al mercato dei giochi e delle scommesse senza il preventivo accordo con i sodalizi criminali che ne detengono il controllo. Con specifico riferimento alla diffusione sul territorio calabrese delle varie agenzie a marchio Planetwin365 sono stati inoltre appurati rapporti di natura illecita posti in essere da Zungri Antonio, nella sua qualità di “master regionale Calabria”, nonché da Laruffa David, quale “Agente Calabria”, con esponenti di ‘ndrangheta ovvero gravitanti in contesti di crimine organizzato. In particolare, le indagini hanno accertato l’infiltrazione di esponenti della cosca Pesce Bellocco, nelle rete commerciale, destinata alla distribuzione territoriali del predetto brand. Inoltre, con il determinante contributo del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, che ha eseguito un’articolata attività tecnica di ispezione informatica presso la principale società italiana che ha creato e gestito la parte software delle predette aziende estere, è stato rilevato che queste ultime, nonostante avessero aderito alla “sanatoria”, hanno di fatto continuato ad effettuare la raccolta illecita del gioco e delle scommesse sul territorio nazionale, attraverso siti non autorizzati, con suffisso .com. Conseguentemente, hanno agevolato l’infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso nel tessuto economico nazionale con il relativo conseguimento di ingenti illeciti profitti, omettendo peraltro di dichiarare maggiori ricavi per un importo pari ad € 2.465.614.580,42, cui corrisponde IRES non versata per € 21.865.722,64, e un’imposta unica sulle scommesse non versata per € 38.399.700,04. Con riferimento ai marchi Betaland ed Enjoybet, riconducibili alla società maltese Oia Services Ltd, sono state accertate le medesime illecite modalità di gestione dell’attività grazie anche agli accordi con gli esponenti della cosca Tegano. Anche in questo caso è stato accertato che la Oia Services Ltd, pur avendo aderito alla sanatoria, attraverso la sua rete commerciale, negli anni 2015 e 2016, ha omesso di dichiarare in Italia ricavi per € 440.123.958,47, cui corrisponde IRES non versata per € 8.070.869,23 e un’Imposta Unica sulle Scommesse pari a € 12.342.571,52. Infine, sempre seguendo il medesimo percorso investigativo, è stata approfondita la rete commerciale sviluppata sul territorio italiano dalla Gvc New Limited, ulteriore società maltese collegata alla citata Oia Services Limited. Al riguardo, è stato accertato come detta società negli anni dal 2012 al 2014 abbia esercitato sul territorio nazionale la raccolta illecita del gioco e delle scommesse per € 237.719.818,01, cui corrisponde un’IRES evasa penalmente rilevante pari a € 4.109.200,31 e un’Imposta Unica sulle Scommesse per € 9.136.245,26. In esito alle suddette risultanza investigative, è stato disposto il sequestro per equivalente di complessivi oltre 93 milioni di euro in relazione alle imposte evase (IRES e IUS), nonché di ulteriori 123 milioni di euro quale profitto illecito conseguito dall’organizzazione criminale. es/AGIMEG