Operazione DNA su gioco online: Martiradonna e i tre figli erano pronti a scappare all’estero

Il pregiudicato Vito Martiradonna e i suoi tre figli erano pronti ad intraprendere un periodo di latitanza all’estero. I presunti capi dell’organizzazione mafiosa con base logistica a Bari, accusati di aver creato un sistema transnazionale di scommesse illegali on-line stringendo accordi con gruppi malavitosi in Sicilia, Campania e Calabria, avevano progettato di fuggire per evitare eventuali arresti, in Spagna o in Sud America. È quanto emerge dagli atti dell’indagine della Dda di Bari che ieri ha portato all’arresto di 22 persone, alcune ancora ricercate come Tommy Parisi, il figlio cantante del boss barese Savinuccio.
Secondo il gip che ha disposto gli arresti, Giovanni Anglana, i Martiradonna, Vitin l’Enèl, ex cassiere del clan Capriati di Bari, e i suoi figli Michele, Francesco e Mariano, erano pronti a darsi alla fuga per sottrarsi a provvedimenti coercitivi restrittivi, disponendo all’estero, anche in paesi extracomunitari, di enormi risorse economiche, abitazioni, aziende, contatti e potendo contare su numerosi fiancheggiatori. “Ormai da questi ti puoi aspettare di tutto, quindi non penso che ci siano assai soluzioni, tranne fare le valigie e andarsene”. dice in una intercettazione il figlio di Vito Martiradonna, Francesco, riferendosi agli investigatori che avevano eseguito alcune perquisizioni domiciliari.Questa mattina si sono celebrati nel carcere di Bari i primi due interrogatori di garanzia. Dinanzi al gip, Vito e Francesco Martiradonna si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. lp/AGIMEG