New addictions, il problema è l’offerta di gioco o la persona che ne usufruisce?

dai nostri inviati a Salerno – Il problema è l’offerta di gioco o la persona che lo riceve? E’ questa la domanda fatta da Fabio Felici al termine dei lavori della tavola rotonda sulle new addictions che si è tenuta questa mattina all’Università di Salerno. “Non esiste il giocatore patologico ma la persona patologica”, ha commentato la prof.ssa De Rosa. “La risposta è più scientifica che pragmantica – ha detto l’avv. Sbordoni -. Il problema è nell’individuo, non nell’offerta. Vorrei ricordare che riguardo alle nuove dipendenze che definirei le nuove indipendenze perché in realtà sono estremizzazioni di un disagio dell”individuo, che ricerca indipendenza esagerando. Per esempio, con internet, gli smartphone, il cibo, ad esempio. Dipendenze che rispecchiano un disagio sociale”. “Non so dare una risposta netta – ha commentato la dott.ssa Minutillo -, ma ci sono dei fattori individuali che predispongono l’individuo. Esistono persone che nascono con alcuni particolari tratti della personalità, esiste l’offerta di gioco ed esiste la dipendenza. In alcune persone si instaura un circolo vizioso e probabilmente se l’offerta di gioco è più ampia, questa tipologia di persone hanno più possibilità di sviluppare un comportamento problematico. Altre persone che non hanno questi tratti di personalità così sviluppati probabilmente non avranno mai un comportamento problematico e forse addirittura non giocheranno mai. Le personalità predisposte a volte o sono polidipendenti oppure spostano a seconda del periodo di stress l’oggetto della dipendenza. Si passa quindi, ad esempio, dall’alcolismo al gioco d’azzardo e viceversa. E questo mi fa sostenere l’idea che la vulnerabilità individuale è quella su cui dovremmo studiare di più. Dovremmo trovare più strategie per dare aiuto a queste vulnerabilità”. es/AGIMEG