‘Ndragheta a Torino: Cassazione nega la continuazione dei reati a Francesco Magnis

La Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso intentato da Francesco Magnis per far riconoscere il vincolo di continuazione tra una lunga serie di reati che vanno dalla ricettazione al tentato omicidio. Magnis – assieme ai 4 fratelli – è ritenuto una delle figure di vertice di un’associazione di stampo mafioso che opera nel torinese, grazie anche ai legami con la cosca ‘ndranghetista dei Pelle-Gambazza. Tra i racket controllati anche quello del gioco d’azzardo. Nei suoi confronti sono state emesse quattro sentenze di condanna, le pene vanno dai 2 anni e 8 mesi di reclusione (per reati di tentata estorsione e detenzione di valori di bollo falsificati) fino a 15 anni e 4 mesi (detenzione e porto in luogo pubblico di armi comuni da sparo, tentato omicidio, associazione mafiosa, detenzione illecita di sostanze stupefacenti, false dichiarazioni o attestati in atti destinati all’autorità giudiziaria). A febbraio 2018, la Corte d’Appello di Torino aveva riconosciuto solo in parte il vincolo di continuazione, di qui il ricorso per Cassazione. rg/AGIMEG