Mori. Per tutelarsi al Tar, tolti dai luoghi sensibili luoghi di culto, giardini e parchi

Nei giorni scorsi il consiglio comunale di Mori ha deciso di togliere dai luoghi in vicinanza dei quali è vietato installare nuove slot machine i giardini e parchi pubblici e i luoghi di culto. Questo in vista dell’udienza pubblica in programma nel mese di aprile

al Tribunale regionale giustizia amministrativa di Trento nella quale verranno discussi i ricorsi presentati da Euromatic Srl, Confcommercio imprese per l’Italia Trentino e Lottomatica Videolot Rete Spa contro il Comune per l’annullamento della delibera di limitazione agli apparecchi da gioco.
Il Tar aveva respinto la domanda incidentale di misura cautelare contenuta nei tre ricorsi, ritenendo che non sussistessero gli elementi per sospendere la deliberazione del consiglio approvata all’unanimità che ha vietato l’installazione di nuove slot in un raggio di trecento metri da luoghi sensibili quali istituti scolastici e formativi, centri ludico-ricreativo-sportivo-culturali, strutture in ambito sanitario, scolastico e socio-assistenziale, luoghi di culto, biblioteche e servizi, giardini e parchi di pubblico godimento.
Nello stesso parere preliminare, però, il Tribunale – come ha illustrato durante il civico consesso l’avvocato Nicolodi – ha individuato un possibile punto debole nell’impostazione della normativa. Anche alla luce delle recenti sentenze riguardanti Riva e Vigo di Fassa, è emerso che la scelta di inserire parchi, giardini e luoghi di culto andrebbe maggiormente motivata.
All’unanimità sono quindi stati stralciati dalla deliberazione, appunto, sia parchi e giardini che i luoghi di culto, considerando che comunque il perimetro di incidenza dei divieti non verrebbe cambiato di molto (nelle zone “scoperte”, ha spiegato l’assessore Gobbi, non c’è neppure un esercizio pubblico, con la copertura garantita dalle scuole e dai centri sociali presenti in ogni frazione), mentre questa misura di autotutela potrebbe fare la differenza a livello di eventuali spese di soccombenza.
Confermato il resto dei divieti. A margine il sindaco Caliari ha sottolineato un paradosso: «Da una parte lo Stato si attiva perché la ludopatia sia combattuta, dall’altra agisce (col Ministero che si è costituito tramite avvocatura dello Stato) per tutelare le proprie entrate impressionanti, come nel tabagismo e nell’alcolismo. Un atteggiamento ondivago sul quale si dovrebbe riflettere».
Il consigliere Turella, poi, ha invitato l’amministrazione a vigilare: «Verosimilmente, dopo il probabile rigetto da parte del Tar, i ricorrenti, nel tentativo di sollevare il conflitto di costituzionalità e appellandosi alla libertà di impresa, andranno in Consiglio di Stato. La partita vera si giocherà non tanto a Trento, ma a Roma. Sarà opportuno aprire un ragionamento con le altre municipalità coinvolte e con la Provincia».
Di qui la replica dell’assessore Ortombina: «La Provincia di Bolzano ha già subito il rilievo di incostituzionalità, prevalendo. E nel frattempo la ludopatia è stata introdotta come problematica della salute, il che – ha concluso – ci fa ben sperare».