L’Aquila, bocciata mozione che prevedeva limiti orari per gli apparecchi da gioco

All’Aquila, il Consiglio comunale è stato sciolto dal presidente Roberto Tinari per mancanza del numero legale. Prima dell’interruzione della seduta è stata bocciata la mozione che era stata presentata dalla consigliera Carla Cimoroni di Coalizione sociale che prevedeva l’emanazione di un’ordinanza, entro trenta giorni, dall’approvazione del provvedimento, per fissare l’orario di funzionamento degli apparecchi dalle ore 9 alle ore 12 e dalle 18 alle ore 23 di tutti i giorni, festivi compresi, prevedendo adeguate sanzioni in caso di violazione. Lo scorso 10 settembre scorso la proposta non era stata votata poichè era venuto meno il numero legale. “Oggi non abbiamo votato la mozione perché riteniamo che il problema vada inquadrato a 360 gradi e soprattutto analizzato rispetto all’ambiente dove si vive. Occorre capire quali siano le caratteristiche ed i fattori predisponenti dei giocatori d’azzardo della nostra città. E ciò può esser fatto solo attraverso analisi specialistiche di centri che si occupano di questi disturbi”, ha detto in merito al contrasto della ludopatia Elisabetta De Blasis (Lega), – come riporta News Town. “Limitare gli orari non può essere una soluzione per diversi motivi: flussi verso cittadine vicine, incremento del gioco d’azzardo online, o di totem illegali quasi sempre completamente in mano alla criminalità organizzata”, ha aggiunto De Blasis. “Riteniamo che sia necessario portare nella III commissione consiliare, convocata per il 1 ottobre, la discussione per arrivare ad adottare un piano d’azione non solo come amministrazione comunale, ma che sia esteso a livello regionale perché occorrono risorse che possano essere indirizzate a creare percorsi di sensibilizzazione rivolti alle scuole, agli insegnanti, alle famiglie, ai genitori e ai centri per anziani. Solo con il coinvolgimento di tutte le parti interessate si può cogliere l’obiettivo, senza dimenticare mai che al centro del nostro intervento c’è sempre una persona, il più delle volte una vittima, non di un vizio ma di una dipendenza, quindi una persona malata, che va seguita, compresa e curata”, hanno aggiunto Tiziana Del Beato e Laura Cucchiarella (Lega). cdn/AGIMEG