ItaliaOggi, Fiasco (sociologo): “Con divieto di pubblicità e distanziometro si alza la soglia di accesso popolare al mercato dei giochi”

“Nessuno ha battuto ciglio quando il direttore dei Monopoli di Stato, Giovanni Kessler, convocato 1’11 luglio in audizione alla commissione finanze della camera, ha prospettato che gli acquisti di gioco d’azzardo alla fine dell’anno 2018 potranno contabilizzare 105,6 miliardi euro. Il che significherà 3,8 in più sul record dell’anno precedente (attestato a 101,8). Ma la scossa all’opinione pubblica è arrivata con l’articolo 9 del Decreto Dignità e lo stop alle pubblicità “per i 47 giochi pubblici con denaro per denaro e a scolpo di lucro”. E’ quanto scrive oggi Maurizio Fiasco, sociologo, su ItaliaOggi. “Toni allarmati e ricerca di stimare le conseguenze della «restrizione» per il fisco. Operazione non facile, tant’è che la Ragioneria generale – ha continuato – nel compilare la relazione detta di bollinatura (senza di essa il Capo dello Stato non firma gli atti di legge) si è profusa in calcoli spannometrici, privi di un fondamento analitico dei ricavi erariali: che si dispiegano in un range compreso tra il 2 per mille (per le scommesse «virtuali») e il 52 per cento delle puntate al Superenalotto”. Secondo Fiasco, l’effetto immediato al divieto di pubblicità sarebbe l’innalzamento della “soglia d’accesso popolare ai botteghini, alle sale da gioco e ai corner delle scommesse”, coordinandosi con le norme messe in atto da numerose amministrazioni comunali e regionali con il distanziometro. E questo sarebbe analogo a quanto succede con le norme limitative dell’uso del tabacco, dei superalcolici ed altri generi di consumo impattanti sulla salute dei cittadini. Il sociologo sottolinea come “Spot e prossimità capillare dell’offerta provocano l’automatismo delle microdecisioni: l’impiego di denaro per l’alea, sollecitato da oltre 150 mila punti di offerta primari (vere strutture attrezzate) e secondari (la vecchia edicola di giornali o la cassa dell’Autogrill…)”. Fiasco conclude poi sottolineando che intorno ai giochi c’è un “linguaggio banalizzante”. “In modo interessato il complesso finanziario commerciale del gioco d’azzardo riesce a far circolare la terminologia che indica le 47 tipologie di gioco attualmente gestite dall’amministrazione delle Dogane e dei Monopoli. Senza che nel sito dell’agenzia ricorra, nemmeno una volta, il lemma azzardo”. lp/AGIMEG