Gli ippodromi scrivono al Mipaaft: “Fondi bloccati da gennaio”

“Le rassicurazioni fornite dai responsabili del Dicastero non superano le incertezze in merito all’approvazione del Dm 66046 del 21/09/18 (sospensione parziale del Dm 681/16) e del decreto direttoriale 66578 del 25/09/18 (classificazione degli ippodromi) da parte della Corte dei Conti e dell’Ufficio Centrale di Bilancio, e restano indeterminati i tempi in ordine alla fatturazione e al pagamento della remunerazione per i servizi resi sin dal primo gennaio da parte delle società di corse. Siffatta condizione, nonostante l’apprezzabile volontà del Ministro, mette a serio rischio l’operatività degli ippodromi italiani che stanno svolgendo la propria attività dal 1° gennaio senza un contratto/convenzione, esponendo in questo modo i loro amministratori delle società a rischi civilistici e penali, e che non hanno accesso alcuno al credito, in assenza del titolo comprovante il rapporto in essere con il Mipaaft”. Lo comunicano attraverso una nota le associazioni e le società di gestione degli ippodromi italiani, Federippodromi, Uni, Sdca, Snaitech – ippodromi di Milano Trotto e Galoppo e Montecatini, dopo la mancata convocazione degli ippodromi all’incontro in programma oggi, 9 ottobre, al Mipaaft con il ministro Gian Marco Centinaio e i rappresentanti delle categorie degli allevatori, dei fantini e dei guidatori.
“Allo stato – prosegue la nota – nonostante il decreto ministeriale del 21 settembre le società di corse non possono neppure fatturare i servizi resi e non hanno alcuna certezza sui tempi d’incasso degli ingenti crediti maturati. Le società di corse, che da dieci mesi non percepiscono spettanza alcuna, non sono più in grado di far fronte agli impegni finanziari ed ai costi di esercizio e di gestione che devono anticipare per sostenere per la regolare prestazione dei servizi. Solo un immediato ed urgente intervento del ministro può scongiurare la deflagrazione di una situazione divenuta ormai insostenibile con gravissime conseguenze, non solo per le società di corse stesse, ma per i lavoratori e tutti gli operatori del settore”. lp/AGIMEG