Sentenze contrastanti in giro per l’Italia: in Veneto sì alle sale vicino ai bancomat, mentre in Emilia il Tar difende il distanziometro

Mentre i Tar danno ragione ai Comuni di Modena e Pavia, difendendo i distanziometri e le leggi regionali, in Veneto il Tribunale amministrativo dice sì alle sale slot vicino ai bancomat perché non sono luoghi sensibili. Intanto la Cassazione si occupa di totem.

Tar Veneto, i bancomat non sono luoghi sensibili, sì a sale slot. Il Comune di Belluno chiede alla Regione Veneto modifica legge e valuta ricorso al Consiglio di Stato

I bancomat non figurano tra i luoghi sensibili inseriti nella legge regionale del Veneto, non rientrano quindi nel distanziometro e non si possono vietare le aperture di sale slot nelle loro vicinanze. E’ quanto ha motivato il Tar Veneto in una sentenza di fine dicembre scorso, consentendo l’apertura di una sala slot a Belluno, città dove il regolamento comunale aveva invece inserito tra i luoghi sensibili anche i bancomat. “Secondo questa sentenza, il Comune non può allargare il bacino dei luoghi sensibili – ha dichiarato Jacopo Massaro, sindaco di Belluno -, chiediamo quindi che la Regione Veneto porti al più presto in Consiglio Regionale una modifica alla legge, introducendo anche queste strutture tra i luoghi sensibili, insieme alle scuole, chiese, strutture sanitarie e altri luoghi di aggregazione”. Il primo cittadino ha anche sottolineato di stare valutando se presentare ricorso al Consiglio di Stato.

Tar Emilia difende il distanziometro di Modena, e nega la sospensiva a una sala

Il Tar Emilia respinge la richiesta di sospensiva avanzata da una sala da gioco contro il distanziometro di Modena e i provvedimenti con cui sono stati individuati i luoghi sensibili. “Ad avviso del Collegio” si legge nell’ordinanza “il ricorso ed i motivi aggiunti non sono fondati in relazione al complesso delle censure in esso delineate e che non è comprovata documentalmente l’esistenza effettiva di un pregiudizio grave ed irreparabile”.

Tar Liguria: “per le sale scommesse sono fondamentali sia la concessione che la licenza di pubblica sicurezza”

“La legislazione ha chiaramente configurato un sistema “a doppio binario”, in quanto obbliga chi intenda svolgere l’attività per conto di un operatore estero a munirsi sia della concessione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze – Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, che dell’autorizzazione di pubblica sicurezza”. Lo conferma il Tribunale Amministrativo Regionale per la Liguria che ha respinto il ricorso presentato dal titolare di una sala scommesse di La Spezia, collegata a un bookmaker privo di concessione.

Pavia, due sale giochi fanno ricorso contro distanziometro e limiti orari, ma per il Tar sono “infondati ed in parte inammissibili”

Il Tar Milano torna ad occuparsi dell’ordinanza sui giochi del Comune di Pavia e rigetta due ricorsi. Il provvedimento comunale della città lombarda che limita l’accensione di slot e vlt tra le 10 e le 13 e dalle 18 alle 23 tutti i giorni, festivi compresi, è stato portato davanti ai giudici amministrativi da due sale giochi, contestando “l’assenza di copertura normativa e l’inadeguatezza delle misure adottate, la carenza di motivazione e di istruttoria” e gli “effetti distorsivi delle misure adottate”, oltre al “sostanziale effetto espulsivo del distanziometro (che prevede una distanza minima di 500 metri dai luoghi sensibili, ndr), in forza del quale sarebbe sostanzialmente preclusa qualsivoglia nuova installazione di apparecchi nel territorio comunale di Pavia”. Il Tar però ha dato ragione al Comune di Pavia in entrambi i procedimenti, considerando i ricorsi infondati ed in parte inammissibili.

Scommesse, Commissione Tributaria di Roma dà ragione a Easyworld: “Illegittimo rifiuto istanza di rimborso”

Vittoria per Easyworld presso la Commissione Tributaria Provinciale di Roma, che ha dichiarato “l’illegittimità del rifiuto alla istanza di rimborso della ricorrente limitatamente alla differenza, per i punti di raccolta ove l’acconto è risultato superiore all’imposta dovuta, tra l’acconto di euro 10mila e la minor imposta per la regolarizzazione successivamente determinata, oltre che per la somma di euro 80mila relativa ai punti vendita rinunciati”. I giudici tributari hanno stabilito che l’entità del rimborso per le maggiori somme versate a titolo di Imposta Unica sulle scommesse sarà pari a 1,1 milioni di euro, in quanto hanno riconosciuto Easyworld come titolare della rete fisica in forza del disciplinare sottoscritto e che i 10 mila euro versati per ogni punto di raccolta non erano altro che un acconto e non, come invece sostenuto da ADM, fee di ingresso. Lo scorso mese di novembre Easyworld aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di interrompere il rapporto concessorio e il collegamento con il totalizzatore nazionale.

Cassazione: Commette esercizio di gioco d’azzardo anche chi agevola l’attività con una condotta omissiva

Per il reato di esercizio del gioco d’azzardo “è sufficiente organizzare tecnicamente il gioco di azzardo, dirigerlo ed amministrarlo, predisponendo i mezzi e le cose, senza che sia necessaria l’effettiva e diretta partecipazione al gioco”. Lo afferma la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione affrontando il caso del titolare di un esercizio che aveva istallato un totem, ovvero un apparecchio – privo di contrassegni dei Monopoli – che consentiva di accedere a piattaforme di gioco estere. La Corte ha riconosciuto che nel caso in questione era intervenuta la prescrizione, tuttavia ha precisato che integra il reato di esercizio di gioco d’azzardo “anche il solo agevolare il gioco, d azzardo, ovvero renderlo possibile o facilitarlo in qualsiasi modo, anche con una condotta meramente omissiva”. Del resto, l’imputato “era l’affittuario del locale dove era installato il macchinario e aveva agevolato la sua installazione, oltre ad essere il detentore delle smart card rilasciate” a uno degli avventori, “colto nell’immediatezza dell’attività di gioco”. lp/AGIMEG