Giochi, Vaccari (Commissione Parlamentare Antimafia): “Ambiente del gaming di Stato risulta vulnerabile all’illegalità nonostante i tanti sforzi compiuti sinora”

“Ciò che non si conosce a sufficienza sono le connessioni di questo settore economico con il crimine organizzato anche al Nord. Connessione su cui la Commissione Antimafia ha svolto un ulteriore lavoro di approfondimento, attraverso il X Comitato, per analizzare le infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito, anche al fine di formulare proposte normative che si inserissero nell’iter legislativo in corso”. E’ questo il punto di vista del senatore Stefano Vaccari, componente della Commissione Parlamentare Antimafia, espresso in occasione della Presentazione del dossier su gioco e mafie in corso di svolgimento a Roma. “Dalle nostre audizioni – aggiunge – abbiamo colto il senso di un vero malessere del sistema dei giochi. di cui le molteplici indagini giudiziarie anche più recenti, sono forse solo la punta dell’iceberg degli enormi interessi che nutre la criminalità organizzata. Anche l’elevato tasso di irregolarità amministrativa registrato nei controlli dell’Adm (35%), ci racconta quanto l’ambiente del gaming di Stato risulti vulnerabile all’illegalità nonostante i tanti sforzi compiuti sinora”. Continua: “La relazione conclusiva che abbiamo approvato nei due rami del Parlamento riporta come il Nord raffiguri il territorio di riferimento di alcune delle indagini più importanti svolte da diverse Direzioni Distrettuali Antimafia e della capacità di ‘ndrangheta e camorra di investire per finalità illecite e costituire fiorenti imprese. L’espansione del gioco legale ha fatto da battistrada a quello illegale e lo ha potenziato. Le mafie considerano il gioco un business redditizio, sia perchè consente il riciclaggio di ingenti risorse provenienti dal malaffare, sia perchè sapendo inserirsi nelle falle del sistema normativo hanno sviluppato modalità di alterazione delle regole di mercato, aggiramento, elusione del sistema fiscale, manomissione del sistema legale e costruendo una rete parallela per il gambling online, attraverso installazione di server nei paradisi fiscali europei o internazionali per sfuggire i controlli delle nostre autorità”. “Tra 2012 e 2013 – conclude – l’indagine “Rischiatutto” della DDA di Napoli e l’indagine Black Monkey della DDA di Bologna hanno messo in luce queste capacità. La Commissione è giunta alla conclusione che lo Stato e le autonomie locali dovessero raggiungere un’intesa che assicurasse un’offerta di gioco complessiva, che la relazione definisce eticamente e territorialmente sostenibile. Un’intesa siglata il 7 settembre scorso e che ora attende traduzione in un decreto degli importanti impegni in essa contenuti. I segnali di criticità del sistema nazionale dei giochi e delle scommesse non possono essere ignorati dal Parlamento e dal Governo anche se oramai in scadenza di legislatura”. lp/AGIMEG