Giochi, ecco tutti gli interventi dello Speciale TG1 sul gioco d’azzardo

Gioco d’azzardo e ludopatia al centro dello Speciale TG1 andato in onda ieri sera. Da Matteo Iori, Presidente Associazione Papa Giovanni XXIII, per il quale tutti i Governi che si sono succeduti hanno introdotto nuove tipologie di gioco, a Massimo Passamonti, Confindustria – Sistema Gioco Italia, per il quale l’emersione del gioco ha garantito 100 miliardi di euro per le casse dello Stato dal 2000 al 2016. Spazio anche alle testimonianze dei sindaci di Bergamo e Reggio Emilia, Giorgio Gori e Luca Vecchi, in tema di restrizione del gioco, e di Raffaele Curcio della Sapar, che ricorda come il settore dia lavoro a 6.500 aziende con circa 300 mila occupati diretti. Di seguito tutti gli interventi:

Giochi, Baretta (MEF): “Inversione di tendenza del Governo nell’offerta di gioco, ma no al proibizionismo altrimenti si ridà campo alla criminalità”

“Non vogliamo proibire il gioco, altrimenti ridiamo campo alla criminalità. Lo Stato si è reso conto che c’è un’emergenza sociale e allora quest’anno abbiamo messo una piccola cifra, 50 milioni, per la ludopatia, ma abbiamo aperto con il ministero della Salute un’Osservatorio, insieme alle Regioni. Quindi c’è una progressiva inversione di tendenza di cui fa parte la riduzione dell’offerta”. Lo ha detto il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, in un’intervista a Speciale Tg1 dedicato al gioco. “Dal punto vista del numero delle macchine, il Governo sta discutendo e concludendo con Enti locali in sede di Conferenza Unificata di ridurre del 30% entro l’anno il numero degli apparecchi, che passeranno da 400 mila a 265 mila, il che mi sembra un primo risultato nell’ottica di una riduzione generale, così come il dimezzamento dei punti gioco sul territorio, che ora sono 96 mila. Per quanto riguarda le vlt, la proposta è ridurre da 500 euro a soli 100 euro l’importo della giocata, un forte deterrente con riferimento al riciclaggio di denaro. Nella riforma che stiamo mettendo a punto prevediamo dei controlli all’ingresso delle sale e una responsabilizzazione maggiore del gestore. Gli enti locali – ha proseguito Baretta – hanno chiesto una sospensione dell’attività delle slot durante la giornata, l’abbiamo accolta perché ci sembra una soluzione ragionevole. Stiamo discutendo la delicata questione delle distanze dai luoghi sensibili: siamo abbastanza convinti che si possa trovare una soluzione condivisa”. Infine, sul tema della pubblicità, Baretta ricorda che “è già stata fatta una riduzione dalle 7 del mattino alle 22 di sera per i canali generalisti, ma non basta. Bisogna aprire un confronto con l’UE, non esiste infatti una norma sulla pubblicità del gioco azzardo e ciò crea condizioni di disparita tra i diversi Paesi. Possiamo allargare il campo di divieto non solo alle tv generaliste, ma anche ai canali sportivi, che sono un punto delicato”, ha concluso il sottosegretario.

Matteo Iori, Presidente Associazione Papa Giovanni XXIII
“Il gioco d’azzardo in Italia è legale e in quanto tale viene gestito da industrie del gioco che hanno concessione dello Stato. Il nostro intento è aiutare più persone possibili. I vari Governi hanno reso legali giochi che prima erano gestiti dalla criminalità organizzata. Ora molte persone hanno problemi di dipendenza e patologia. Abbiamo tante pubblicità che inducono a credere che il gioco porti a una vincita, ma in realtà chi vince è lo Stato”.

Massimo Passamonti, Confindustria – Sistema Gioco Italia
“Non ho visto protocolli scientifici accettabili. C’è stato un riconoscimento emotivo e non scientifico” sui numeri legati al fenomeno del gioco e della ludopatia. “L’emersione del gioco ha garantito 100 miliardi di euro per le casse dello Stato dal 2000 al 2016, questi soldi in mancanza di regolamentazione non ci sarebbero stati e avrebbero ingrassato la malavita organizzata”.

Maurizio Fiasco Consulta Antiusura
“Le relazioni sociali sono disturbate dal gioco d’azzardo. Più aumenta la platea dei giocatori patologici, più si aprono spazi per l’offerta illegale. Abbiamo casino’ online autorizzati dallo Stato e altri no, si crea una miscela terribile. Si crea un indotto tra le varie forme di illegalità legato al finanziamento dei giocatori, come gli usurai, e davanti alle sale gioco ci sono sportelli compro oro: il giocatore fidelizzato è sempre patologico, in quanto è più suscettibile”.

Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia
“Abbiamo cambiato il regolamento edilizio, dicendo no alle sale giochi in città e in zona residenziale. Poi nel 2015 abbiamo inasprito ulteriormente i provvedimenti, imponendo un passaggio in Consiglio comunale per chi volesse aprire una sala giochi, e in due anni non abbiamo più avuto richieste. Non sempre poi ci sono investimenti puliti dietro il gioco d’azzardo”.

Giorgio Gori, sindaco Bergamo
“Abbiamo fatto coincidere l’interruzione dell’attività degli apparecchi con gli orari della convivialità familiare, questa cosa argina il comportamento compulsivo”.

Raffaele Curcio, presidente Sapar
“Le tasse sul nostro settore incidono per l’80%, noi rappresentiamo coloro che acquistano apparecchi, li distribuiscono e li gestiscono. L’indotto è formato da 6.500 aziende del settore con circa 300 mila occupati diretti”.

Alessandro Giuliano, direttore servizio centrale operativo PS
“Abbiamo emesso numerose condanne per aver gestito in maniera fraudolenta centinaia di slot truccate dislocate in locali pubblici prevalentemente in Lombardia riconducibili alla ndrangheta. Dal 2002 ci siamo dotati di nuclei specializzati nel contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore di giochi e scommesse. Frequenti anche fenomeni di match fixing come l’operazione ‘Dirty Soccer’ conclusa a Catanzaro a metà 2015 in cui sono state arrestate 50 persone gravitanti intorno a un clan ndranghetista”.

Carla Ramella, Resp. Mercati Dogane e Monopoli, Sanità e Interni
“Una corsa ippica dura pochissimo, per cui ritardare la chiusura dell’accettazione delle giocate, anche di pochi secondi, potrebbe favorire qualcuno, il cavallo che parte male si vede subito. Se vediamo che c’è una concentrazione di gioco particolare su un cavallo o un  andamento delle quote che non è quello che ci aspettavamo, facciamo immediatamente delle segnalazioni. Siamo collegati in tempo reale con gli ippodromi italiani”.

lp/AGIMEG