Giochi, Pandinelli (amm. BetItaly): “Il proibizionismo favorisce il gioco illegale. Necessaria una certezza normativa”

“Del primo semestre 2017 non possiamo che essere soddisfatti dei risultati ottenuti, il gruppo GI.LU.PI. si posiziona tra i primi dieci operatori nazionali per volume di gioco raccolto, questo è frutto di anni di duro lavoro sul territorio e di fidelizzazione della clientela che oggi riconosce nel brand Betitaly un marchio affidabile. La nostra mission per il secondo semestre 2017 sarà quella di consolidare i risultati ottenuti, proponendo ai nostri utenti online e offline nuove tipologie di scommesse e nuovi campionati, nuovi giochi da casinò ma soprattutto potenziando tutto quello che è mobile”. E’ quanto ha detto ad Agimeg Giuseppe Pandinelli, amministratore di BetItaly. “L’attuale incertezza normativa non è di sicuro sinonimo di sviluppo, il ritardo del Bando di Gara per le nuove Concessioni ha creato difficoltà per il settore che non riesce a pianificare i dovuti investimenti. Come hanno affermato anche altri operatori, riteniamo che ciò sia un grave danno per il settore ma non irreparabile, forse un Bando fatto male avrebbe, potenzialmente, potuto creare maggior danno – ha aggiunto l’amministratore riferendosi al ritardo degli attesi bandi di gara per le scommesse e per il gioco online -. Noi auspichiamo che il prossimo Bando per le agenzie terrestri sia emanato dopo aver chiarito ogni aspetto nel rapporto Stato – Regioni e dopo aver stabilito quali saranno i parametri applicati a livello nazionale e senza discrezionalità, non è assolutamente logico che ci sono Comuni e Regioni che applicano regole diverse, creando difficoltà importanti agli operatori che hanno maggiore concentrazione di business in quell’area geografica. Preferiamo non entrare nel merito se le regole applicate siano più o meno giuste, ci sarebbe molto da dire, senza la solita ipocrisia con cui viene affrontato questo argomento. Altro fattore da tener presente è che l’Italia fa parte dell’Europa – continua -, per cui dobbiamo fare molta attenzione a non fare errori che inducano, come già successo in passato, l’Unione Europea a sanzionarci per regole scritte male, che andrebbero ad inficiare il Bando stesso. Non possiamo permetterci un altro decennio di mercato parallelo, quindi crediamo fortemente che quando verrà espletato il Bando si dovranno concretizzare queste tre condizioni: dare a tutti la possibilità di partecipare, scrivere qualche regola in meno ma chiara e che tiene conto della Legislazione Europea e soprattutto che le regole che si scrivono valgano per la durata della Concessione. Ritengo che oggi gli operatori Italiani sono molto maturi anche dal lato della prevenzione – aggiunge ad Agimeg Pandinelli -, sempre più spesso vediamo progetti volti alla comunicazione del rischio del gioco patologico, anche la nostra società sta lavorando per far partire un progetto comunicativo di prevenzione nelle scuole e lo si fa in maniera autonoma. Dispiace molto sentire che il nostro settore viene considerato un problema sociale, in realtà il gioco esiste da sempre, dobbiamo decidere se gestirlo o proibirlo, non si può fingere di volerlo eliminare e di contro si spreme l’intero settore come un limone per poter avere maggiori introiti fiscali”. In conclusione: “Cosa cambia nelle due opzioni, la storia ci insegna che se si proibisce qualcosa si crea immediatamente un mercato nero e gestito da ambienti malavitosi, se viceversa lo Stato decide di gestirlo, lo dovrà fare in modo costante per poter capire come attenuare gli effetti collaterali. In questi giorni si sta dibattendo se eliminare completamente la pubblicità sul gioco, noi pensiamo invece in qualcosa di diverso, va limitata fortemente o addirittura eliminata nelle fasce orarie dove i minorenni hanno la possibilità di usufruire del mezzo di comunicazione (ad esempio vietare dalle 7 del mattino sino alle 22.00) e vanno indicati i parametri per la realizzazione dello spot. Eliminare completamente la pubblicità del gioco lecito di sicuro non porterà al risultato sperato anzi ancora una volta si farebbe un grande favore al gioco non legale”. cdn/AGIMEG