Giochi, Neri (Anci Toscana): “Serve accordo in Conferenza Unificata. Obiettivo è limitare e non vietare l’iniziativa economica”

“Anci Toscana chiede alla Conferenza Unificata di stringere sull’accordo sui giochi ma salvaguardando l’autonomia locale dei Comuni, sia sulle distanze e sul numero di luoghi sensibili, sia sulla possibilità di regolamentare gli orari di apertura dei punti gioco. Ci sono ancora molti temi da trattare, il problema è fondamentalmente culturale e serve soprattutto una task force tra tutti i soggetti in campo per sensibilizzare fin dalla giovane età al gioco sano e sociale, attuare sui vari livelli politiche di contrasto al disagio giovanile per infondere più fiducia sulle proprie capacità ed affermare con forza che sono le proprie competenze, e non la fortuna, che determinano il futuro destino economico”.
Così in un’intervista ad Agenparl Simona Neri, sindaco di Pergine Valdarno (AR).
“L’appello – prosegue – che ho sentito di rivolgere al Vice Presidente Sassoli, quando sono stata invitata ad intervenire al Parlamento Europeo sul tema, è stato quello di stimolare un dibattito che consenta di raccogliere le esperienze delle Regioni Europee su questo tema, con l’obbiettivo di condividere una seria politica di contrasto alla dipendenza da gioco e soprattutto di gestione del capitolo relativo al gioco on-line che rappresenta senza dubbio la nuova frontiera del gioco d’azzardo. Ribadisco inoltre l’importanza che l’Europa sancisca un principio fondamentale e cioè che la legislazione comunitaria, nazionale o regionale non costituisca lesione della libera iniziativa imprenditoriale in materia di gioco allorchè essa ne limiti la piena fruizione nello spazio e nel tempo, per tutelare la salute della popolazione o in generale le fasce più deboli di essa. Sottolineo il termine limitare e non vietare una iniziativa economica in funzione di un interesse pubblico più alto e più generale. Anci ha anche proposto la modifica della legge regionale «introducendo l’obbligo di formazione obbligatoria per gli esercenti, già prevista da alcuni ordinamenti regionali italiani, si ritiene infatti che il personale operante nel settore debba trovarsi preparato nel riconoscere l’insorgere la patologia, gli strumenti socio sanitari da attivare, e nel trattare situazioni di particolare pericolosità dovute anche ad altre forme di tossico-dipendenza che il giocatore può manifestare”. lp/AGIMEG