Giochi: Messina (Idv): “Il governo dovrebbe puntare divieto assoluto del gioco d’azzardo”

“Le organizzazioni che vivono sull’azzardo e sulle rovine altrui protestano contro l’aumento della tassazione. La buttano in economia, ma con argomenti fasulli. I posti di lavoro che si perderebbero, pur dolorosamente, sono ampiamente compensati da quelli che si perdono con coloro che si svenano al gioco e per il fatto che il gioco d’azzardo, la terza industria italiana con quasi 100 miliardi di fatturato all’anno, sottrae ingenti risorse ai consumi”. Lo ha comunicato il segretario nazionale dell’Idv Ignazio Messina.
“In tal modo quell’attivita’ contribuisce fortemente – ha proseguito – alla pesante crisi economica italiana, che determina chiusure di imprese, nonche’ all’impoverimento, fino alla rovina, di tante famiglie. Gli organismi generali che rappresentano gli esercenti e le imprese dovrebbero spalleggiare IdV, che chiede il divieto assoluto del gioco d’azzardo, e mettersi alla testa della ribellione sociale che vuole vietare l’azzardo e cosi’ evitare la chiusura di tante imprese, che non possono beneficiare delle risorse oggi bruciate al gioco a vantaggio di pochi. Il problema, dunque, non e’ se il governo possa o non possa
aumentare le tasse (fatto che rappresenta comunque un danno minore), ma che lo Stato vieti il gioco d’azzardo in nome di un’etica che non vuole additarlo come azione lecita desiderabile. Le somme che non conseguirebbe a titolo di imposta sul gioco verrebbero ampiamente compensate dalle minori spese per il trattamento di 800mila ludodipendenti e dei tre milioni di soggetti a rischio nonche’ per la costosa organizzazione, anche di controllo e repressione, che esso deve mantenere in piedi, ad esclusivo vantaggio di coloro che lucrano sulla disperazione. Lo Stato non puo’ mettersi tra questi”. lp/AGIMEG