Giochi, Marini (AD Admiral): “La regolamentazione del settore non può essere incentrata esclusivamente sui giocatori patologici”

“Non si può incentrare la regolamentazione sul gioco esclusivamente su quell’1,6% di giocatori patologici, ma occorre avere un atteggiamento che rispecchi la realtà, e che prenda in considerazione il fatto che oltre il 95% dei giocatori non ha alcun problema”. Lo ha detto Matteo Marini, AD di Admiral Gaming Network, aprendo la terza tappa della campagna In Viaggio per il Gioco, che si sta svolgendo a Roma. Marini ha ricordato il confronto – di lunedì scorso, in occasione della presentazione del libro di Giampiero Moncada ‘C’è Gioco e Gioco’ che si è tenuta alla Camera – con esponenti politi e rappresentanti di associazioni che cercano di limitare l’offerta. “Don Zappolini” ha detto Marini, “ha formulato quattro istanze, su alcune – il no alle nuove concessioni, e l’introduzione delle ludopatie nei Lea – siamo completamente d’accordo. Sulle altre siamo d’accordo sui titoli, ma non sul modo di declinarle”.Per quanto riguarda lo stop alla pubblicità, “chiediamo una pubblicità che informi l’utente, anche sulle possibilità di vincita e sui rischi collegati al gioco. Il nostro obiettivo è che l’,16% di giocatori patologici diventi lo 0,6% e magari lo 0%”. Sul riconoscimento ai sindaci  del potere di intervenire sulla distribuzione dell’offerta, “E’ inutile avere una normativa a macchia di leopardo, il divieto di giocare dopo le 22 imposto dal comune viene  vanificato se nel comune accanto si può giocare liberamente” ha concluso Marini. gr/AGIMEG