Giochi, Manovra Bis, Sistema Gioco Italia e Acadi: “Pronti a chiedere al Mise istituzione di tavolo di crisi per scongiurare fallimento settore del gioco legale in Italia”

“Abbiamo superato il punto di non ritorno e saremo costretti a chiedere al MISE l’istituzione di un tavolo di confronto sulla crisi del settore. Il livello di tassazione sugli apparecchi da intrattenimento raggiunge, con la “manovrina”, un valore che, oltre ad essere in assoluto il più alto – il 52,5% per le VLT e ben il 64,3% per le AWP, contro il 22% in Germania, 38% Spagna e 25% UK (1) rappresenta un aggravio insostenibile, che porterà alla chiusura di numerose aziende, che garantiscono oltre 150.000 posti di lavoro e che hanno cercato di sopravvivere sinora a queste politiche scomposte. Anche la stessa Corte dei Conti ha scritto in modo chiaro in queste settimane che il settore dei giochi, non è più in grado di sopportare una nuova ondata di inasprimenti impositivi o entrate una tantum. Il Governo ha scelto, con sorpresa, di agire contro questo parere. E le stime sul gettito che ne deriverebbe, mostrano di non aver tenuto conto della prossima riduzione del 30% delle AWP, già prevista dalla Legge di Bilancio 2016, e del problema del finanziamento dell’intera filiera che si manifesterà nell’immediato”. E’ la dura reazione di Stefano Zapponini, Presidente di Sistema Gioco Italia, e di Guglielmo Angelozzi, Presidente di Acadi, le Organizzazioni di Confindustria che rappresentano il comparto del Gioco Lecito e dell’Intrattenimento, sulla cosiddetta “manovrina”, che è intervenuta pesantemente a colpire il settore degli apparecchi da intrattenimento. La pressione fiscale negli ultimi 4 anni è stata incrementata del 40% per le AWP e del 50% per le VLT e a nulla sono valse le raccomandazioni della Corte dei Conti, né gli appelli delle rappresentanze di settore che, conti alla mano, hanno evidenziato come un ennesimo inasprimento della tassazione avrebbe generato una crisi irreversibile per le aziende e per tutti i lavoratori del comparto. “Siamo davvero in una situazione incredibile, in cui uno Stato seleziona e dà incarico a dei soggetti, che prestano ingenti garanzie patrimoniali e soggettive, di agire per suo conto e poi le porta vicino al fallimento con provvedimenti come quelli inseriti nell’ultimo decreto. Situazione ancora più incredibile perché dimostra come, in questo Paese, esistano lavoratori di serie A e di serie B, che sono tali anche se lavorano su mandato e per conto dello Stato e a presidio della legalità. Auspichiamo dunque che in sede di iter parlamentare il testo del decreto recepisca le fondamentali modifiche che consentano al settore di continuare ad operare.” cdn/AGIMEG