Giochi: Lorenzo Basso (PD): “La pubblicità andrà vietata del tutto”. Elena Fiorini (Ass. Com. Genova): “A maggio il 90% dei punti gioco a Genova non saranno più autorizzati”

Dal nostro inviato – “Il 2 maggio 2017, alla scadenza delle attuali concessioni, il regolamento che il Comune di Genova si è dato tre anni fa darà i suoi pieni frutti e il 90% dei 1.195 punti giochi che sono nel territorio comunale non potranno rinnovare l’autorizzazione. Ma dobbiamo pensare fin da subito a quali alternative potranno esserci a queste attività. Per le sale giochi che dovranno chiudere e per chi ha altre attività ma conta sull’introito che arriva attualmente dalle macchinette”. Così l’assessore comunale alla Legalità e diritti, Elena Fiorini, alla terza giornata contro l’azzardo organizzata dalla Consulta permanente per i giochi a premi in denaro, creata dal Comune di Genova nel 2012. “Dobbiamo tutelare due diritti costituzionali, che sono il diritto alla salute e il diritto alla libera iniziativa economica, che in questo momento si trovano in contrapposizione. E noi vogliamo salvaguardare entrambi. Quindi, bisogna portare delle idee perché non basta far abbassare le saracinesche delle sale giochi o della latteria che senza questo introito non riesce a sopravvivere; bisogna avere delle proposte per rivitalizzare le aree che attualmente sono invase dall’azzardo. Bisogna avere delle proposte economiche alternative. Io sono antiproibizionista anche per le droghe, figurarsi se posso immaginare che un problema come l’azzardo si può risolvere eliminando ogni possibilità di gioco. Non è una battaglia che si vince con lo scontro frontale e con il confronto muscolare, ma con intelligenza. Proponendo delle alternative”. Sulla stessa linea Lorenzo Basso, deputato genovese del Pd, che ha ribadito la sua posizione non proibizionista, aggiungendo che però su certi argomenti è necessario avere posizioni molto rigide, sul modello di quanto fatto per il fumo: è consentito ma non incentivato. “Abbiamo provato a limitare la pubblicità” ha spiegato “consentendo però alle tv a pagamento di ospitare i messaggi del gioco d’azzardo perché chi sceglie di guardare un determinato programma ha già fatto una scelta prima e non per la pubblicità. Ma adesso vediamo che sulle pay-tv passano spot sul gioco d’azzardo anche nei programmi di cartoni animati. E anche se passano alla sera, è evidente che quei programmi sono rivolti ai minori. A questo punto, visto che si è voluto aggirare la norma, non possiamo fare altro che renderla più efficace proibendo del tutto la pubblicità”. In questa direzione, Basso ha definito “irricevibile” la proposta del Governo in Conferenza unificata perché la classificazione dei locali destinati a ospitare gioco sulla base delle caratteristiche di sicurezza escluderebbe i Comuni e finirebbe con il concentrare il gioco in alcune sale “lasciando tutto il peso della filiera sull’ultimo anello, come i tabaccai o i bar”. “I giochi compulsivi, come le slot machine o i gratta e vinci, vanno ridotti e regolamentati; e bisogna rendere l‘accesso più difficile”. La giornata era iniziata con la testimonianza di due giocatori compulsivi che sono usciti dalla dipendenza grazie ai gruppi di Giocatori anonimi, associazione di sostegno a persone con dipendenza da azzardo, sul modello di Alcoolisti anonimi. E proprio la metodologia utilizzata da questa associazione è stata richiamata da Mirella Stefanini, del Sert distretto 13, che nel suo intervento ha parlato proprio della difficoltà di intervenire sui giocatori patologici per la mancanza non solo di mezzi e persone ma anche di strumenti diagnostici. “A differenza delle dipendenze da sostanza” ha spiegato “le dipendenze comportamentali non possono essere rilevate con un esame del sangue o una tac. Il “Metodo dei 12 passi”, utilizzato dai Giocatori anonimi, si è rivelato il più efficace per seguire il percorso di chi vuole uscire da questa dipendenza. Ma bisogna anche che cambi qualcosa nell’opinione pubblica. Perché attualmente il Sert è visto come il bar di Guerre Stellari. Quello dove il barista serviva da bere ai mostri di tutte le galassie. Non è più così da tempo. Da noi vengono persone assolutamente normali che hanno un problema. Ma se si continua a vedere il Sert in quel modo, si continuerà a nasconderlo: io lavoro al Sert di Quarto dal 1996. Il cartello con l’indicazione siamo riusciti ad averlo solo quest’anno. È come se il nostro fosse un servizio da nascondere. Non è un modo per aiutare chi ne ha bisogno”. Una testimonianza diretta è venuta anche dal comico genovese Daniele Raco, il quale ha scherzato sulla propria dipendenza, dalla quale è uscito (“non si guarisce da una dipendenza, la si ferma” tiene a precisare) grazie ai gruppi di auto-aiuto. E non ha risparmiato una frecciata ai politici, che legiferano su argomenti che non conoscono: “è del tutto inutile imporre una distanza dai bancomat per evitare che il giocatore vada a prelevare il denaro quando nelle sale giochi ci sono i pos per utilizzare direttamente le proprie carte senza nemmeno uscire dalla sala”. Nel suo monologo, ha preso in giro anche la tendenza moderna ad assumere atteggiamenti talebani sui vari argomenti: “Dopo sette anni nei quali ero chiuso nella mia dipendenza il mondo è cambiato. Ci sono vegani che sono come delle creature mitologiche. A metà tra il testimone di Geova e il rappresentante della Folletto. E i politici si trovano a discutere leggi assurde. Come quella che voleva definire il coniglio animale da compagnia”. es/AGIMEG