Giochi: il Tribunale de L’Aja boccia la tassa sulle slot. Risarcimento da 1,4 mln di euro ad un operatore

La Corte d’appello dell’Aja con una sentenza del 29 luglio scorso ha deciso su due procedimenti concernenti l’imposta sul gioco d’azzardo. I giudici sono stati chiamati a stabilire se l’imposizione di tassa imposta agli operatori che gestiscono macchine da gioco rappresenti o meno un onere individuale ed eccessivo. Si considera un “onere individuale ed eccessivo” quando è in contrasto con l’articolo 1 del primo protocollo della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). In questo articolo si tutela il diritto di tutti al pacifico godimento della sua proprietà. In uno dei due casi, la Corte d’appello dell’Aja ha stabilito che esiste effettivamente un onere eccessivo in quanto si è di fronte ad una violazione del principio del «giusto equilibrio» tra l’interesse generale, cioè, il nuovo regime fiscale, e le singole (proprietà) ovvero il diritto del ricorrente.

Il legislatore olandese ha modificato, con effetto dal 1 luglio 2008, la tassazione imposta agli operatori di macchine da gioco. Da quel giorno gli operatori versano una imposta di gioco del 29% sui proventi lordi (giocate meno le vincite pagate). Prima del 1 luglio 2008 gli operatori erano tenuti a versare il 15% dei proventi lordi. La modifica alla norma ha rappresentato un notevole onere per gli operatori delle macchine da gioco.

“La Corte suprema ha già dichiarato in due procedimenti che la modifica, in generale, non contrasta con l’articolo 1 . Tuttavia, la Corte Suprema doveva ancora esprimersi in merito al fatto se ciò rappresenti un “onere individuale ed eccessivo”. La Corte Suprema ha rinviato le due cause alla corte dell’Aja.

La Corte dell’Aja ha stabilito in un caso che si tratta effettivamente di onere eccessivo. Come risarcimento la Corte ha stabilito che le autorità fiscali debbano versare una somma al gestore pari a 1,4 milioni di euro.
Grande la soddisfazione dell’associazione olandese dei gestori di apparecchi da gioco . “Questa decisione arriva dopo sette anni dall’avvio del contenzioso, oggi sappiamo che l’imposta di gioco è in contrasto con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La Corte Suprema ha dichiarato che a livello legislativo non vi è alcuna violazione del diritto nazionale o internazionale. A livello individuale, non è così”, ha dichiarato Frits Huffnagel Presidente del VAN.

“Ora l’associazione si confronterà con i membri per decidere cosa fare . E ‘ possibile che le aziende decidano di presentare singoli ricorsi, ma non escludiamo la possibilità di una class action ” aggiunge Frits Huffnagel. lp/AGIMEG