Giochi, De Biasi (pres. Commissione Igiene e Sanità): “Proibizionismo non è la soluzione, necessarie regole certe soprattutto in tema di pubblicità”

“Il gioco è una sfida ed è insito nell’uomo ma vanno analizzate le conseguenze sociali. Le patologie sono in crescita e sappiamo che la crisi ha acuito il gioco. Ma il gioco non sono solo le slot. Il gioco online è il meno controllabile. Sappiamo che le donne sopra i 60 anni sono le più a rischio. Il gioco non è dannoso di per sé ma serve allinearsi a protocolli internazionali, il gioco rientra nell’ambito della salute mentale. L’Italia è indietro da questo punto di vista sia della cura che della prevenzione. Serve educazione al gioco che parta dalle scuole e dalla famiglia ma che deve coinvolgere esercenti e produttori”. E’ quanto sottolineato dalla senatrice Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità, in occasione della presentazione al Senato del libro dal titolo: “Il senso del gioco. Tra competizione, vertigine, caso e responsabilità: la sfida del giocatore e quella delle istituzioni”. “Io credo molto nella collaborazione, tutti gli attori devono riunirsi intorno a un tavolo coinvolgendo territori ed enti locali. Il proibizionismo – ha aggiunto – non è comunque la soluzione, così come con il distanziometro non si può chiudere una sala nel centro città e lasciarla aperta in periferia. C’è un problema di qualificazione dei luoghi e soprattutto di tutela dei minori. Oggi la dimensione del gioco è industriale e richiede regole certe soprattutto in tema di pubblicità. La chiave è la moderazione. L’Osservatorio è importante ma deve portare a scelte concrete altrimenti non ce ne facciamo molto. La cultura del gioco deve intervenire sulla compulsività. L’impresa si sta aprendo a un tipo di discorso socio-sanitario. Chiediamo che una percentuale degli introiti erariali venga girato a iniziative di prevenzione del gioco patologico”, ha concluso. cr/AGIMEG