Giochi, Chieri (Fi): “Ridurre orario funzionamento slot non combatte ludopatia. Lo Stato pensa solo a far cassa con il settore”

“Io sono in prima linea nella lotta alla dipendenza, ma le patologie connesse al gioco compulsivo non sono esclusivamente legate alle slot machine. Le associazioni di categoria si stanno attivando per fare ricorsi contro le amministrazioni che hanno approvato i regolamenti. Così i soldi dei cittadini verranno utilizzati per far fronte ad una battaglia evitabile. Io avrei aspettato il Milleproroghe che sicuramente avrebbe chiarito alcuni punti della questione evitando di incappare in sanzioni e ricorsi a spese dei cittadini. La verità è che al Comune e alla Regione non interessa combattere la ludopatia. Vogliono sedersi al tavolo con lo Stato e prendere una parte dei soldi provenienti dai giochi. Questo è il vero scopo”. E’ quanto afferma la consigliera del comune di Chieri (TO), Rachele Sacco (Fi), secondo cui ridurre l’orario di funzionamento degli apparecchi non demotiva gli accaniti del gioco, ma crea solo un danno agli esercenti: “la dipendenza è data dal gioco, non dal dispositivo. Sono centinaia le situazioni che inducono alla dipendenza e che non sono minimamente interessati da questi provvedimenti. E ora ne abbiamo la dimostrazione. Già in altri Comuni e Regioni, come Torino e Novara e in Regioni come la Toscana sono stati fatti ricorsi e sono stati vinti. Perché non v’è correlazione. Oltretutto chi ha una dipendenza può continuare con altre forme di giochi che vengono regolarmente venduti persino nei supermercati. Senza dimenticare la crescita vertiginosa dei giochi online proprietà per lo più di società estere e attivi 24 ore su 24 sui quali non c’è alcun controllo. Che pagano le tasse all’estero. Togliendo soldi allo Stato”. Parlando del regolamento comunale in vigore a Chieri, la consigliera osserva che “il ricorso fatto nel comune di Torino ha annullato l’ordinanza e su questa scia anche Chieri si potrebbe trovare a dover sostenere delle cause. E’ chiaro che questi provvedimenti hanno creato sia una perdita ai commercianti che un danno erariale. Quindi è solo un atteggiamento da finiti moralisti e una marchetta elettorale”. dar/AGIMEG