Giochi, Cassazione respinge ricorso contro custodia in carcere per esercizio abusivo di scommesse e illecita concorrenza

La Corte di Cassazione ha respinto in quanto “infondato” il ricorso contro la custodia in carcere per gravi indizi di colpevolezza “in ordine ai reati di partecipazione ad associazione mafiosa e ai reati fine di esercizio abusivo del gioco-scommesse, illecita concorrenza con minaccia e truffa aggravata”. Riteneva il giudice del riesame che Alvaro Antonino dovesse ritenersi coinvolto “nelle attività di un’organizzazione che gestiva le iniziative imprenditoriali nel settore giochi e scommesse nel territorio calabrese per conto della locale associazione mafiosa”. Quanto al motivo con il quale si deduce nullità del procedimento per omesso tempestivo avviso al difensore della data fissata per l’interrogatorio in relazione al deposito degli atti, la Cassazione rileva che “la doglianza è infondata poichè nel caso in esame risulta che il difensore ha avuto rituale e tempestivo avviso della data dell’interrogatorio e che l’unico atto che doveva essere depositato immediatamente, e cioè l’ordinanza di custodia cautelare veniva regolarmente trasmessa al G.I.P. di Palmi. (…) Gli altri motivi sono inammissibili; e difatti il Tribunale del riesame ha compiuto un’accurata e precisa ricostruzione del materiale indiziario per ritenere che Alvaro, unitamente ad altri soggetti, avesse impiegato il metodo mafioso per l’infiltrazione della locale organizzazione nel settore del gioco e delle scommesse gestendo anche indirettamente diverse sale giochi operanti nel territorio calabrese; a fronte di tali specifiche argomentazioni contenute nella lunga ordinanza basate anche sulla specifica lettura di conversazioni intercettate e che vedono protagonista proprio il ricorrente, la doglianza si manifesta generica poiché non contesta efficacemente le conclusioni cui perveniva il Tribunale a seguito dell’analisi degli atti”. lp/AGIMEG