Giochi, Beccalossi (ass. Regione Lombardia) ad Agimeg: “In Conferenza Unificata difenderemo nostra legge regionale, provvedimento del Governo vanifica quanto fatto fino a oggi”

dal nostro inviato a Milano – “Giovedì in Conferenza Unificata difenderemo la nostra Legge regionale da quello che potrebbe prevedere il provvedimento nazionale, che rischia di vanificare quanto fatto finora: è una battaglia di difesa del lavoro svolto”. E’ quanto dichiarato ad Agimeg l’assessore all’Urbanistica della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi, in occasione della “Seconda giornata nazionale sul contrasto al gioco d’azzardo patologico”. “E’ necessario lavorare sempre più con scuole e giovani per vincere una battaglia culturale che non può essere codificata da una legge – ha detto ancora – ma sono orgogliosa di quanto fatto finora. Abbiamo realizzato due bandi, uno da tre milioni di euro e uno da due milioni indirizzato ai giovani. Coinvolgeremo, inoltre, 300 scuole, a partire da settembre, per informare sui rischi del gioco”. In tema di distanze, la Beccalossi ha detto che “non è una questione di numeri, ma di certo dai 500 metri di distanza dai luoghi sensibili previsti dalla regione Lombardia o Puglia e i 50 metri obbligatori, fino a 150 facoltativi, come invece vorrebbe il Governo, è un approccio sbagliatissimo. 50 metri sono pochi, noi potremmo arrivare a 300 metri per tutti, ma se lasciamo la facoltà ai sindaci di decidere li metteremmo in imbarazzo, considerando anche che su 8mila comuni molti sono sotto i 5mila abitanti. Indubbiamente – ha riconosciuto la Beccalossi – questo provvedimento ha fatto passi avanti, inizialmente non si parlava né di distanze né di punti vendita, ma la distanza obbligatoria di 50 metri è troppo distante dai 500 metri. Inoltre luoghi di culto, scuole sert sono pochi come luoghi sensibili e non ben specificati. Noi in Lombardia per scuole intendiamo dagli asili nido fino all’università, mentre il provvedimento del Governo su questo punto è fumoso, si potrebbe alludere solamente a scuole elementari e medie”. L’assessore è critico anche in relazione agli orari di accensione degli apparecchi: “Il provvedimento del Governo dice che possono essere accesi 18 ore al giorno, ma quale altra attività rimane aperta tutte queste ore?”. E alla domanda su cosa succederebbe se le distanze dovessero azzerare gioco nei piccoli Comuni, la Beccalossi ha risposto “pazienza”. mg/AGIMEG