Fondazione Antiusura, Distante (Sapar): “Sul gioco, dati manipolati”

“E’ ancora una volta evidente che i dati diffusi dalla Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici di Bari nel corso della presentazione del rendiconto annuale su usura e azzardo sono artatamente manipolati col semplice scopo di generare enfasi e sensazionalismo di circostanza, gettando ombre e discredito sul settore del gioco legale che si vuole confondere con usura e azzardo”. E’ quanto dichiara in una replica il presidente nazionale Sapar Domenico Distante. La Fondazione – si legge in una nota Sapar – non è nuova nell’utilizzare bizzarre estrapolazioni matematiche pur di puntare i riflettori su un fenomeno che meriterebbe maggiori approfondimenti. In questo modo si corre il rischio di confondere le idee, di generalizzare concetti che andrebbero affrontati con un approccio diverso e più scientifico rispetto a una piaga sociale che trae origine da situazioni e condizioni socio-economiche non riconducibili in via esclusiva all’azzardo che appartiene al sistema illegale, ovvero non controllato dalla Stato e che non appartiene alla nostra categoria. Così facendo si tende a mistificare concetti che poi rischiano di confondersi in una banale forma di qualunquismo. “Cominciamo col dire – sottolinea Distante – che i dati riportati dalla Fondazione sul gioco di Stato nei comuni pugliesi riferiti al 2017 non sono rispondenti alla realtà poiché la Fondazione, violando qualsiasi principio di correttezza, utilizza dati parziali, omettendo cifre e percentuali che sono pubbliche, alla portata di tutti, messe a disposizione dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sul proprio sito”.  “Si “scopre” secondo quanto riporta la Fondazione nel suo rapporto – prosegue il presidente Sapar – che il Comune di Casamassima, nel Barese, sarebbe in Puglia la capitale del gioco con quasi 4mila euro di spesa pro capite”.  “Nulla di più falso poiché ai fini del calcolo è stato riportato in modo erroneo e distorto, quale cifra di comparazione il dato sulla spesa al quale per ovvie ragioni di circostanza non è stato (volutamente) detratto il monte delle vincite, vale a dire somme che devono essere restituite al giocatore così come stabilito dal legislatore”. Seguendo questo principio elementare si ottiene una spesa annua pari a 13.679.808 euro che ripartita per abitante ammonta a poco più di 690 euro pro-capite rispetto ai 4mila sbandierati dalla Fondazione. Scendendo nel dettaglio si ottiene una spesa giornaliera per abitante pari a 1.89 euro, ben lontana da cifre da Casinò. Ciò che preoccupa ancor più – conclude la nota – sono le dichiarazioni del vice presidente della Fondazione Paolo Vitti il quale snocciolando i dati a suo uso e consumo indica come paradosso nella classifica regionale il piccolissimo Comune di Sammichele di Bari dove le giocate pro- capite sarebbero a quota 2600 euro per il 2018 in un centro abitato che conta all’anagrafe una popolazione di 6mila500 abitanti. In realtà, applicando il sistema di calcolo più corretto, la spesa pro-capite crolla clamorosamente a 383,69 euro annui con una spesa giornaliera poco superiore a una tazzina di caffè,  ovvero 1,051 euro. cdn/AGIMEG