Fasce orarie, Consiglio di Stato: I Comuni possono adottarle anche se il numero dei giocatori a rischio è basso, ma comunque in crescita

“Una ordinanza sindacale di regolazione degli orari delle sale da gioco non può considerarsi viziata da deficit di istruttoria o di motivazione soltanto perché il numero dei giocatori ludopatici registrato dalla competente azienda sanitaria non sia in assoluto elevato, giacché ciò che massimamente va considerato è il trend di crescita registrato nel periodo della rilevazione, il quale, da solo, induce allarme negli enti pubblici”. Lo scrive la Prima Sezione del Consiglio di Stato nel parere con cui respinge il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica intentato da una sala da gioco contro le fasce orarie adottate dal Comune di Sarcedo, in provincia di Vicenza. Il regolamento risale al 2015, e consente di accendere le slot e le vlt dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22.
IL Collegio ricorda anche che la Corte Costituzionale nel 2014 ha legittimato il potere dei Sindaci e respinge la tesi della sala secondo cui le fasce orarie andrebbero applicate solo alle nuove aperture: “ciò determinerebbe, oltre ad una inammissibile disparità di trattamento tra esercizi nuovi e preesistenti, un effetto distorsivo grave coincidente come lo spostamento della clientela verso gli esercizi preesistenti, senza limitazioni di orari, a discapito dei nuovi esercizi”. Bocciata anche la tesi che limiterebbe l’applicazione delle fasce solo a determinate aree del Comune.
Infine la sala ha provato a fare leva sul deficit di istruttoria, visto che il Comune non aveva interpellato le associazioni di categoria dei giochi. Come ha già affermato il Consiglio di Stato nel 2018 “il denunciato presunto deficit di istruttoria non può determinare ‘di per sé l’illegittimità del provvedimento impugnato salvo che non si provi che la partecipazione procedimentale avrebbe condotto ad un provvedimento di contenuto anche parzialmente diverso, cosa di cui non vi è traccia nel caso di specie'”. Legittima invece la scelta del Sindaco di usare dati relativi a più Comuni per valutare la diffusione delle ludopatie: “il fenomeno della ludopatia, ove apprezzato nella sua dimensione sovracomunale, può essere efficacemente contrastato con azioni nel singolo Comune coordinate con quelle degli altri Comuni della zona”. lp/AGIMEG