Emilia Romagna, Ferrini (Agisco): “Deve valere il principio previsto dallo Stato di diritto, cioè la non retroattività della Legge regionale sul gioco. Sulla pelle dei lavoratori solo spot elettorali”

“Prendiamo atto che la Giunta uscente della Regione Emilia-Romagna non ha sospeso l’efficacia della legge che impone la chiusura di migliaia di aziende regolari del settore del Gioco Lecito. Cioè di quel settore su cui lo Stato mantiene ancora oggi un monopolio, anche di tassazione, che esercita attraverso concessionari su tutto il territorio nazionale. Tassazione che ha recentemente consentito di scongiurare il famigerato aumento dell’IVA”. – spiega Daniele Ferrini, rappresentate di Agisco per l’Emilia Romagna – “La nostra non è una battaglia politica. Prendiamo le distanze dai politici della regione Emilia-Romagna che hanno pensato di farne un loro spot elettorale, e da alcuni colleghi che si sono messi sullo stesso piano appunto dello scontro elettorale. Noi siamo certi che nessuno si può permettere di strumentalizzare la salute del cittadino. Siamo profondamente convinti che debbano essere attualizzate le regole di distribuzione del gioco legale e siamo ancora più convinti che solo con la nostra professionalità e il nostro determinante supporto possano essere ben inquadrati e conseguentemente regolamentati gli eccessi del gioco pubblico dello Stato. La nostra è invece una battaglia per il lavoro, l’equità e la giustizia. La legge regionale sulle distanze minime da luoghi sensibili è una legge profondamente inutile e ingiusta, perché distrugge – di fatto – un intero settore di lavoro: migliaia di famiglie risentiranno degli effetti di una normativa che, senza curare, uccide il gioco lecito in Emilia-Romagna. Equità. Confondere una scommessa sul calcio o su una corsa ippica con una patologia legata all’azzardo è un vero e proprio non senso. Non chiediamo di chiudere gli occhi di fronte ad una forma di abuso, chiediamo solo che venga affrontato con un approccio veritiero, competente e con strumenti efficaci: allontanare il concessionario di 500mt da una chiesa o da una palestra è lo strumento giusto per combattere un abuso? E’ invece un metodo che prova a nascondere l’incompetenza dei politici che lo hanno ideato e votato, ma che al tempo stesso uccide indistintamente le aziende sane e i relativi lavoratori. Giustizia. Abbiamo chiesto e lo ribadiamo, di adeguare la legge Regionale a quanto disposto dalla Conferenza Unificata Stato Regioni nel settembre del 2017, che sancisce il rispetto degli investimenti effettuati. Cioè chiediamo di applicare il principio previsto dallo Stato di diritto, che deve valere per tutti i cittadini: la NON retroattività della legge. Essa dovrà valere SOLO per chi ha aperto attività di gioco DOPO l’entrata in vigore della legge regionale, e non per chi – da decenni! – ha investito e lavorato onestamente sul territorio. Abbiamo fiducia che chiunque riceverà dai cittadini il compito di governare la Regione Emilia-Romagna – conclude Ferrini – avrà l’umiltà e l’interesse di farci sedere ad un tavolo di lavoro per iniziare un vero progetto di soluzione riguardo l’abuso del gioco pubblico di Stato”. lp/AGIMEG