Dogane, Baretta (sottosegr. Mef) su presunto concorso truccato: “Indagini ancora in corso, assumeremo le conseguenti determinazioni al termine della fase istruttoria”

“Con l’interpellanza in esame, gli onorevoli proponenti intendono richiamare l’attenzione sul clamore suscitato da talune sentenze relative ai concorsi per dirigente banditi nel tempo dalle agenzie fiscali. Fra l’altro, viene richiamata la recente decisione con la quale il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da un’associazione sindacale di categoria e bloccato il bando per la selezione di 403 dirigenti. Inoltre, gli interpellanti stigmatizzano le vicende relative al concorso per 69 dirigenti bandito nel 2011 dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli”. Lo ricorda in Aula alla Camera il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, rispondendo ad un’interpellanza urgente presentata dal M5S nell’ambito di un’inchiesta riguardante un concorso ritenuto truccato bandito nel luglio del 2013 per 69 posti di dirigente di seconda fascia. “Relativamente alla richiesta di conoscere le iniziative per risolvere controversie afferenti i concorsi banditi dall’Agenzia delle entrate, l’Amministrazione si riserva di procedere all’esito dei giudizi amministrativi, una volta presa conoscenza delle motivazioni rese e consultato l’organo legale – spiega Baretta -. Per quanto attiene la richiesta di conoscere le iniziative che si intendono prendere nei confronti dei componenti della commissione di esame per il concorso pubblico per reclutamento di 69 dirigenti di seconda fascia bandito dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, si fa presente che, dalle notizie acquisite, pendono indagini coperte dal segreto istruttorio. Sarà cura dell’Amministrazione e del Governo, non appena verrà a conoscenza del termine dell’esito delle indagini, assumere le conseguenti determinazioni. Al riguardo, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli rappresenta che gran parte delle questioni fin qui rilevate vennero sottoposte anche al vaglio della Corte dei conti-Procura regionale per il Lazio, alla quale, già nel 2014, era stato presentato un esposto al riguardo. Per quanto attiene, infine, la richiesta di assumere iniziative per stabilire che i membri del Consiglio di Stato non possano assumere funzioni apicali nei gabinetti dei Ministeri, si fa presente che la legge prevede, con disposizioni puntuali, l’applicazione dell’istituto del fuori ruolo, volto, per l’appunto, ad assicurare l’imparzialità dei magistrati chiamati a svolgere funzioni di vertice negli uffici di gabinetto dei Ministri”. dar/AGIMEG