Distante (pres. Sapar): “Il 17 dicembre in piazza un’unica voce, quella del gioco pubblico. Non vogliamo sottrarci alla regolamentazione, ma necessarie norme certe e tassazione ragionevole”

“Lo diciamo da mesi: non è possibile aumentare ulteriormente il Prelievo Erariale Unico sul settore degli apparecchi da gioco – dichiara Domenico Distante, Presidente di SAPAR – Associazione Nazionale che raduna gestori, produttori e costruttori di apparecchi da intrattenimento -. Per scongiurare l’approvazione dell’ennesimo sub emendamento presentato al Senato (che, a partire dal primo gennaio 2020, porterebbe la tassazione effettiva ad oltre il 75%), siamo costretti a scendere in piazza il 17 dicembre per difendere il diritto al lavoro, spegnere gli apparecchi e privare così lo Stato di oltre 16 milioni di euro al giorno di entrate, le stesse che sono state messe a copertura della manovra in approvazione”. Il settore degli apparecchi AWP e VLT corrisponde, infatti, al pubblico erario circa 7 miliardi di euro l’anno. “Riteniamo – sottolinea il Presidente SAPAR, Domenico Distante – che sia giunto il momento di far sentire in piazza un’unica voce, quella di tutti gli attori del gioco pubblico che oggi vedono seriamente compromessa la possibilità di portare avanti le proprie attività e salvaguardare migliaia di posti di lavoro. Il preannunciato aumento del Prelievo Erariale da parte dello Stato – prosegue Distante – rischia di far crollare l’intera filiera del Gioco pubblico sotto i ripetuti aumenti della tassazione. Non possiamo più consentire che il Governo impedisca di esercitare attività legali svolte nel pieno rispetto delle regole cedendo a reiterati prelievi dalle tasche delle piccole e medie imprese di gestione, dei bar, tabacchi e pubblici esercizi. Mi rivolgo ancora una volta al Presidente del Consiglio Conte e ai Ministri competenti a cui rinnovo l’invito ad incontrarci: il nostro settore non intende sottrarsi alla regolamentazione, ma abbiamo bisogno di norme certe, quelle stesse previste dal Decreto Dignità e mai poste in essere, e soprattutto di una tassazione ragionevole. Se disprezzate le piccole e medie imprese e i dipendenti del gioco di Stato, perché considerati non al pari di qualsiasi altro comparto industriale, allora solo una cosa vi resta da fare: inserite un sub emendamento alla manovra e cancellate tutto il gioco pubblico”. lp/AGIMEG