Decretone, Servizio Studi: pene e sanzioni più severe contro il gioco illegale

Il Decretone inasprisce anche le sanzioni per l’esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa, “al fine di renderne più efficace il contrasto e disincentivare i fenomeni di disturbo da gioco d’azzardo patologico”. Lo spiega il Servizio Studi di Camera e Senato nel dossier in cui illustra le misure contenute nel Decretone su quota 100 e reddito di cittadinanza. In particolare, spiega che “il comma 1, lettera a), aumenta le pene, per chiunque esercita abusivamente l’organizzazione del giuoco del lotto o di scommesse o di concorsi pronostici che la legge riserva allo Stato o ad altro ente concessionario, stabilendo che venga punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da venti a cinquanta mila euro (rispetto al testo previgente che prevede la sola reclusione da sei mesi a tre anni). La stessa pena è applicabile a chi comunque organizza scommesse o concorsi pronostici su attività sportive gestite dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dalle organizzazioni da esso dipendenti o dall’Unione italiana per l’incremento delle razze equine (UNIRE)”.
Inoltre, “il comma 1, lettera c), inserisce un nuovo comma (4-quater), ai sensi del quale l’Agenzia delle dogane e dei monopoli è tenuta alla realizzazione, in collaborazione con la Guardia di finanza e le altre forze di polizia, di un piano straordinario di controllo e contrasto dell’esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa con l’obiettivo di determinare l’emersione della raccolta di gioco illegale”.
Il Decretone modifica anche le norme del Tulps e introduce una nuova sanzione “per chiunque, sul territorio nazionale, produca, distribuisca, installi o comunque metta a disposizione, in luoghi pubblici o aperti al pubblico o in circoli o associazioni di qualunque specie, apparecchi destinati, anche indirettamente, a qualunque forma di gioco, anche di natura promozionale, non rispondenti alle caratteristiche” stabilite per le comma 6 e 7. “Per tale fattispecie, è prevista la sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 50.000 euro per ciascun apparecchio e la chiusura dell’esercizio da trenta a sessanta giorni”. lp/AGIMEG