Decreto Dignità, Rostan (LEU): Pericoloso approvare il divieto alla pubblicità così com’è

“C’è un rischio nell’approvare l’articolo 9, comma 1, così come è. È un rischio al quale il nostro emendamento intende rimediare, perché dire che il divieto di pubblicità è conforme con i divieti contenuti nell’articolo 1, commi da 937 a 940, significa rischiare o un depotenziamento del divieto stesso oppure una contraddizione”. Lo ha detto ieri, intervenendo nella discussione sul Decreto Dignità che si è svolta a Montecitorio, l’on. Michela Rostan (LEU) “Quindi, va detto, a nostro giudizio, con chiarezza che ai contratti di pubblicità in corso di esecuzione dalla data di entrata in vigore del decreto-legge fino alla loro scadenza e, comunque, per non oltre un anno è applicabile la normativa previgente al decreto. Dopo il termine stabilito, si passa a quanto disposto dalla legge in esame, come emendata attualmente. Quindi, si passa al divieto assoluto. Ora, noi ovviamente lo abbiamo detto e ripetuto già più volte: questo divieto di pubblicità è una misura francamente blanda e debole. Il tema è molto più complesso e andrebbe articolato con azioni più radicali e più complessive di settore. Diciamolo, questo è un provvedimento simbolico ed evidenzia, ancora di più, tutta la sua contraddizione, la contraddizione anche dello Stato in questa vicenda che, da un lato, pone il divieto di pubblicità e, dall’altro lato, però aumenta il prelievo erariale unico. Quindi, significa avere la garanzia dell’esistenza di queste macchine infernali, quindi di videolottery e slot. E, allora, noi diciamo che sul tema dobbiamo condurre una battaglia di civiltà, che significa coniugare il diritto al gioco con il diritto, però, di tante famiglie a non vedersi spogliate dei propri beni e dei propri averi e se si vuole fare veramente un divieto almeno lo si faccia bene e, soprattutto, senza il rischio di una falla nella norma. Dunque, lo si faccia approvando questo emendamento”. es/AGIMEG