Decreto Dignità; respinti 12 emendamenti su nuovi distanziometri, certificazioni e riduzione punti gioco

Sono dodici gli emendamenti al Decreto Dignità, relativi all’articolo sul divieto di pubblicità dei giochi, che sono stati respinti ieri dalla Commissione Finanze della Camera. Erano tutti emendamenti che prevedevano l’aggiunta di un ulteriore articolo, il 9-bis, con altre norme sui giochi. Tra questi l’emendamento di Rostan (LeU) su limiti orari e distanze delle sale giochi dai luoghi sensibili, nel quale chiedeva che l’esercizio delle sale da gioco fossero soggetti all’autorizzazione del sindaco del comune di appartenenza e concessa per 5 ani rinnovabili. Inoltre vietava di collocare gli apparecchi nei centri storici ed in locali posti ad una distanza inferiore a 500 metri da scuole, strutture residenziali o semi residenziali operanti nel settore sanitario o socio-assistenziale, luoghi di culto, caserme, centri di aggregazione giovanile e centri anziani, sportivi di prelievo di denaro. Il limite orario di funzionamento delle slot era di 8 ore giornaliere. In un altro emendamento, di Carnevali (PD), si prevedeva la dicitura “Questo gioco nuove alla salute” da inserire nei tagliandi di gioco. L’emendamento Bellucci (FdI) chiedeva un distanziometro di 600 metri, mentre in un altro di Carvevali (PD) chiedeva che l’importo complessivamente introdotto in ciascuna sessione di gioco con le Vlt non fosse superiore ai 500 euro. Un altro emendamento chiedeva l’obbligo di formazione degli esercenti abilitati all’offerta di gioco. Ancora Bellucci (FdI) chiedeva che il 5% degli introiti dell’erario derivanti dal gioco, fossero destinati al fondo per il contrasto al gioco d’azzardo. Respinti anche gli emendamenti di Fregolent (L-SP) che prevedevano la certificazione, la riduzione ed una migliore distribuzione territoriale dei punti vendita. lp/AGIMEG