Da sinistra a destra, la politica tende una mano al gioco: “Basta al massacro del gioco d’azzardo”

Quella di oggi è stata una giornata “anomala” dal punto di vista politico. Solitamente infatti la politica italiana si occupa di gioco d’azzardo solo in senso proibizionistico e con ipocrisia. Negli ultimi anni infatti si è pensato al gioco come un limone da spremere in fase di legge di Bilancio, ma allo stesso tempo si imponevano restrizioni che sfioravano il proibizionismo. Oggi invece, durante il convegno “La roulette delle aliquote”, sia da destra sia da sinistra sono arrivati interventi politici più corretti e consapevoli in tema di gioco pubblico. La prima voce fuori dal coro è quella di Massimo Garavaglia della Lega Nord che, durante il convegno “La Roulette delle Aliquote”, ha dichiarato: “tassare ulteriormente il gioco è una fesseria, poiché il consumatore si sposta sull’illegale. Un’alta tassazione diventa un completo disincentivo all’emersione del mercato nero. La lotteria degli scontrini è regressiva per definizione, perché il ricco che ha la carta di credito ha molte più possibilità di vincere di chi paga in contanti”. Dello stesso avviso Stefano Fassina, deputato Leu, che ha dichiarato ad Agimeg: “L’aumento delle aliquote sul gioco provoca una caduta del gettito erariale senza contare che è un settore molto attrattivo per la criminalità organizzata. La politica ha stressato il comparto in modo rilevante. Il settore dei giochi è stato da sempre tartassato a livello di tassazione. In passato era possibile farlo, ma ora non ci sono più le risorse e, inoltre, essendoci una pressione fiscale eccessiva i consumatori si orientano sul gioco illegale che offrono le criminalità organizzate presenti sul territorio. Io sono dell’avviso che il Governo debba confrontarsi con i protagonisti del settore a cui dovrà apportare delle modifiche, e quindi diventa necessario aprire un dialogo con gli operatori e le associazioni di categoria per trovare la giusta soluzione”, ha concluso. E c’è anche chi, come Luigi Marattin (Italia Viva) propone anche una soluzione: “l’incertezza della tassazione è dovuta dall’incertezza della tenuta dei governi. Infatti, la tassazione d’impresa è cambiata tre volte nel 2019. Per evitare microtasse, come quella sui giochi, sarebbe utile abrogare quota 100, ritardare l’attuazione della riduzione del cuneo fiscale e una vera spending review”. lp/AGIMEG