Distante (Pres. Sapar) ad Agimeg: “Sospendere il Preu è il minimo visto che il settore di slot e vlt è già bloccato da 15 giorni. Ripartire non sarà facile ma adesso con le macchine spente forse tutti capiranno l’importanza di questo settore”

“Il Governo con il decreto del 17 marzo non ha fatto nulla. Si è limitato a sospendere il Preu, il minimo che potesse fare visto che le sale sono chiuse dall’8 marzo e i bar dall’11. Il settore è in ginocchio, mai come questo in momento”. Lo ha detto Domenico Distante, presidente della Sapar, nel corso della diretta Facebook organizzata da Agimeg lo scorso venerdì. “Il Governo purtroppo continua a sbagliare su questo settore. A oggi non si sa ancora come mettere i dipendenti in cassa integrazione, perché le varie Regioni non sono pronte e perché nell’ultimo testo è stato inserito il coinvolgimento dei sindacati”. Distante ha ricordato che il settore in due anni ha subito sette inasprimenti del Preu ed è stato costretto a effettuare una serie di investimenti, come quelli per la sostituzione delle schede. A questi problemi se ne sono aggiunti però altri: “Con le sale chiuse, non possiamo andare a prelevare i soldi rimesti nelle macchine e nei cambia-monete, se ci sono dei furti perdiamo anche quelle poche risorse”. E sul rapporto tra concessionari e gestori che negli ultimi anni si è fortemente incrinato: “In una fase come questa dovremmo metterci una pietra sopra e sederci tutti a un tavolo per chiedere insieme le stesse cose. Siamo tutti nella stessa barca. Se facciamo fronte comune – e mi rivolgo anche ai colleghi delle agenzie di scommesse e delle sale bingo – possiamo ottenere qualcosa. Se ci presentiamo divisi, non facciamo che indebolire il settore. Una cosa che non siamo mai stati in grado di fare di nostra volontà è quella di spegnere le macchine su tutto il territorio. Adesso invece si vedrà quanto è importante questo settore. Oltretutto, non sappiamo quando ripartiremo, se a aprile, a maggio, a giugno… e quando si ripartirà, come potremo farlo? Anche in quel caso ne usciremo con le ossa rotte: andare a riprendere quello che abbiamo lasciato l’8 marzo non sarà affatto facile”. lp/AGIMEG