Cassazione conferma la condanne per la banda del totonero. Scommesse perdenti dirottate su rete illegale, le vincite le pagava il concessionario

La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione conferma le condanne emesse in appello – le pene arrivano fino a 3 anni e 6 mesi – nei confronti di Enrico Splendore e altri tre componenti della cosiddetta banda del totonero. La vicenda risale al 2010, il sodalizio, sfruttando la copertura di alcune agenzie legali di scommesse di Palermo, dirottava le giocate perdenti su un circuito illegale. Le scommesse vincenti, invece, rimanevano su quello legale, di modo che la vincita venisse pagata dal concessionario. La Cassazione infatti ricorda che il gruppo aveva elaborato “un programma che consentiva di immettere le somme provenienti dalle scommesse in un circuito illecito parallelo a quello lecito, onde consentire alla associazione di appropriarsene in caso di esito negativo della scommessa, nonché di riversare l’addebito delle somme eventualmente dovute agli scommettitori per le loro vincite sulla rete di scommesse autorizzate, così spostando sugli organizzatori tale costo”. Gli imputati sono stati condannati sia per il reato di associazione a delinquere, sia per quello di raccolta illecita di scommesse; nei ricorsi hanno provato a sostenere che il secondo reato sarebbe una fattispecie speciale del primo, e di conseguenza andrebbe escluso il concorso. La Cassazione tuttavia replica che non vi è rapporto di specialità tra le due fattispecie: è infatti “già stato chiarito che è configurabile il concorso tra il reato di associazione per delinquere e il reato di esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa giacché quest’ultimo, non necessitando di una stabile struttura e predisposizione di uomini e mezzi e non richiedendo necessariamente la partecipazione di una pluralità di soggetti, non si pone in rapporto di specialità rispetto al primo, stante anche la diversa oggettività giuridica delle due fattispecie”. rg/AGIMEG