Cesare Maragoni (com. prov. GdF Pavia) ad Agimeg: “Dalle nostre indagini giustificare patrimoni con il gioco non è semplice ma neppure impossibile”

dal nostro inviato a Pavia – A margine degli Stati Generali sull’Azzardo, Cesare Maragoni, comandante provinciale della Guardia di Finanzia di Pavia, ha rilasciato un’intervista ad Agimeg.

D. La percezione, rispetto alle altre dipendenze, è quella di un problema elevato. Comprende il motivo dell’allarme che crea il gioco?

R. “Non sono un esperto Posso immaginare che il gioco possa creare un maggiore impatto negativo perchè più diffuso. Può interessare in maniera più semplice tutte le famiglie, tutti noi abbiamo avuto almeno una volta la tentazione o siamo andati un volta a giocare. Forse l’impatto emotivo è molto più forte. Strati della popolazione, senza particolari patologie o problematiche, vengono piano piano assorbiti dalla volontà di voler battere la macchina con obiettivo il Jackpot delle sale slot”.

D. In riferimento al periodo pre-liberalizzazione lei era nella città di Sanremo. Nonostante la presenza del casinò, un luogo legale dove poter giocare in “sicurezza”, erano presenti slot illegali.

R. “Vi erano esercizi pubblici che avevano slot che in realtà non davano premi in denaro, si vincevano gadget che avevano però un valore dal momento che potevano essere monetizzati alla cassa. La possibilità di vittoria era lasciata alla discrezione del titolare dell’esercizio o al proprietario della macchinetta. Contrariamente al casinò, dove le possibilità di vincita delle slot o dei giochi tradizionali sono previste dalle norme. Il gioco era illegale fuori dalle quattro case da gioco. La ludopatia non era comunque sentita così forte come lo è adesso”.

D. Riguardo ai reati commessi nel gioco, il ticket di gioco come vengono utilizzati per giustificare il patrimonio nella indagini della Guardia di Finanza?

R. “E’ accaduto di trovare schedine del totocalcio. Parlo della camorra che le comprava e le monetizzava la sera stessa anche con il 10/20/30% della vincita. Parliamo di milioni di lire. Ora il giustificare il patrimonio con il gioco non è semplice. La possibilità di dimostrare il possesso di piccoli patrimoni con vincite realizzate in sale slot non è comunque impossibile”. gpm/AGIMEG