Campione d’Italia, Baretta: “Regione e Governo riaprano il Casinò e affrontino questione della gestione del Comune”

“Un Casinò, quello di Campione d’Italia, è fallito. Da anni la crisi della casa da gioco condizionava la salute del Comune, una enclave italiana in territorio svizzero, che vive sostanzialmente del giro di affari prodotto dal Casinò, ma che, in più è esposto alle fluttuazioni del cambio e all’aggravio di costi derivanti dalla particolare collocazione geografica”. E’ quanto ha detto Pier Paolo Baretta, ex sottosegretario all’Economia con delega ai giochi, in una nota riportata da Il Velino. “Nella precedente legislatura abbiamo cercato di arginare le difficoltà sostenendo finanziariamente l’Ente locale, ma ponendo come condizione la progressiva separazione tra Comune e casa da gioco. Con la accelerazione della crisi e la dichiarazione dello stato di fallimento i nodi sono tutti arrivati al pettine e necessitano di una strategia che affronti entrambi gli aspetti del problema”, ha aggiunto. Secondo Baretta, vi sono “sufficienti ragioni per chiedere alla Regione e al Governo di prendere in mano la vicenda e, intanto, riaprire la sala da gioco; ma non senza affrontare la questione della gestione del Comune. Ma perché ciò avvenga serve, innanzi tutto, volontà politica”. “La chiusura del Casinò di Campione – continua – introduce un precedente che non può non preoccupare anche il resto del comparto”. L’ex sottosegretario riconosce in due aspetti i motivi che hanno portato alla crisi dei Casinò: “il primo è la spietata concorrenza che è esplosa nell’ultimo decennio da parte delle sale gioco diffuse, dei videogiochi e delle lotterie istantanee. Concorrenza destinata a crescere con la diffusione del gioco online. La seconda è, proprio, l’assetto proprietario che è in capo ai Comuni”. La soluzione – riconosce Baretta – starebbe nel separare proprietà e gestione dei Casinò dai Comuni e definire un piano di ristrutturazione che coinvolga l’intero comparto del gioco. lp/AGIMEG