Camera, Lacarra (PD) al Mipaaf: “Quali iniziative intende intraprendere per rilanciare il settore ippico?”

“Quali iniziative intende intraprendere per rilanciare il settore ippico? Intende adottare, per quanto di competenza, iniziative per la riformulazione dei criteri per l’erogazione delle sovvenzioni agli ippodromi e per affrontare gli altri temi sopra rappresentati?”. Sono questi gli interrogativi rivolti, alla Camera, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali dal deputato Lacarra (PD). Il deputato ha sottolineato nelle premesse: “con decreto-legge n. 95 del 2012, convertito dalla legge n. 135 del 2012, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha assunto la competenza esclusiva nel settore ippico, con riguardo all’organizzazione delle corse, alla determinazione del calendario, alla ripartizione dei montepremi. Detti compiti e funzioni, disciplinati dal decreto legislativo n. 449 del 1999 e volti al rilancio dell’intero settore ippico, sono esercitati in via esclusiva dalla « direzione generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica » del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, dunque, ha competenza esclusiva nella: organizzazione delle corse dei cavalli e delle altre forme di competizione, definendone la programmazione tecnica ed economica; determinazione del calendario ufficiale delle corse; determinazione degli stanziamenti relativi ai premi, per i quali deve necessariamente tener conto, per ogni branca, dei risultati tecnici ed economici conseguiti e del livello di attività consentito in ogni ippodromo dal numero, qualità e stato delle strutture destinate al pubblico, agli operatori ed ai cavalli, nonché dal ruolo svolto dall’ippodromo nel panorama ippico nazionale; cil Ministero delle politiche agricole – ha aggiunto –  alimentari e forestali ha dettato i nuovi principi generali per la formulazione del calendario nazionale delle corse e per l’erogazione delle sovvenzioni in favore delle società di corse; il decreto n. 914 del 12 marzo 2019 del capo del dipartimento, in attuazione del citato articolo 2 del decreto 985, ha introdotto i seguenti criteri per l’erogazione delle sovvenzioni: a) per l’80 per cento delle risorse disponibili in base all’« attività di organizzazione delle corse »; b) per il 15 per cento per « cavalli partenti »; c) per il 5 per cento per « corse di qualità »; il D.D. n. 30523 del 29 aprile 2019 del direttore generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica ha individuato le risorse e la effettiva ripartizione delle sovvenzioni spettanti a ciascun ippodromo; con ulteriore decreto a firma del direttore generale del dipartimento di competenza, è stato approvato l’allegato al suddetto decreto n. 30523 recante erratacorrige dello stesso laddove, all’articolo 1, comma 5, nello schema relativo a « Cavalli partenti 15 per cento – Trotto » erroneamente recherebbe il numero 4.368 anziché il numero 4.000 (quello corretto); detti provvedimenti ledono in maniera manifesta alcune società ippiche penalizzandole, ad avviso dell’interrogante, in maniera arbitraria ed ingiustificata; la suddetta programmazione tecnica ed economica, nonché i conseguenti piano triennale strategico e piano annuale di attuazione, sarebbero risultati del tutto mancanti: la calendarizzazione delle corse avverrebbe mensilmente e non annualmente come previsto dalla legge e sarebbe predisposta in assenza di programmazione; non sarebbe mai stata effettuata una ricognizione in loco per la verifica della qualità e dello stato delle strutture destinate al pubblico, degli operatori e dei cavalli; l’assegnazione di numero di corse e di cavalli partenti ai singoli ippodromi avverrebbe arbitrariamente;
l’attribuzione di sovvenzioni agli ippodromi sarebbe assolutamente scollegata
da parametri oggettivi e verificabili; quanto rappresentato ha determinato una drammatica situazione nel settore ippico che non viene salvaguardato in alcun modo, con inevitabili e gravi ripercussioni sulle società che gestiscono gli ippodromi, la maggior parte prossima alla chiusura, e sull’indotto ad esse collegato; le società di corse danneggiate lamenterebbero, a quanto consta all’interrogante, di non aver mai ottenuto nemmeno l’acquisizione della documentazione posta alla base di tali provvedimenti”, ha concluso. cdn/AGIMEG