Bonaldi (sindaco Crema) ad Agimeg: “Nel nuovo regolamento distanziometro a 100 metri da bancomat e compro oro, demandato a successive ordinanze tema delle fasce orarie”

“Il Regolamento è stato approvato con maggioranza trasversale. Avevamo fatto un passaggio nella Commissione Statuto e Regolamenti in cui il comandante della Polizia Locale ha illustrato i punti del nostro regolamento. La discussione in Consiglio è stata serena e concorde nell’approvazione. E’ stata fatta qualche richiesta di specifica in più”. E’ quanto ha detto ad Agimeg il sindaco di Crema, nella provincia di Cremona, Stefania Bonaldi in merito al Regolamento del gioco lecito e le misure di prevenzione e contrasto delle dipendenze da gioco d’azzardo patologico. “Ci siamo inseriti nell’alveo della legislazione regionale, utilizzando le possibilità di introdurre limitazione ulteriori. Abbiamo individuato i luoghi sensibili – ha continuato – nella misura di 184 punti. Oltre a istituti scolastici, strutture di tipo educativo, ricreativo, sportivo e di assistenza per anziani, le case parrocchiali, i centri diurni, i centri diurni integrati; abbiamo individuato come luoghi sensibili, con una distanza di 100 metri: bancomat, compro oro e uffici postali. L’obiettivo è quello di disincentivare e rendere più difficile l’impiego di denaro al gioco. La finalità è che diventi più difficoltosa l’installazione di apparecchi da gioco negli esercizi, di dissuasione per le nuove attività e o nel caso di cambio di gestione al mantenimento di contratti. Alla scadenza dei contratti entreranno in vigore le nuove norme”, ha aggiunto il sindaco. “Abbiamo stabilito che gli standard di parcheggio per le sale da gioco siano il 200% della superficie lorda di pavimento. Ciò significa imporre uno standard impegnativo per chi realizza una sala. Queste sono le misure all’interno delle quali ci si è mossi, sfruttando la legge regionale che è già di per sè una buona normativa. E facendo riferimento a quei regolamenti che hanno già superato il giudizio del Tar, come ad esempio quello di Bergamo attuato dal sindaco Gori”, ha continuato. “Il regolamento pone una serie di misure, già previste dalla legge regionale, rispetto all’obbligo di formazione e al regime sanzionatorio per cui il gestore deve saper riconoscere il giocatore affetto da patologia. Il gestore dell’esercizio che individua un giocatore seriale deve segnalare agli operatori sanitari ed invitarlo a sottoporsi ad un test. Si cerca di creare una rete. Esiste un discrimen preciso tra la libertà d’azione di ciascuno che va tutelata e un tema di patologia che è molto sommerso. Abbiamo demandato poi a successive ordinanze del sindaco il tema delle fasce orarie. Abbiamo previsto la possibilità che il primo cittadino, sulla base di dati epidemiologici precisi, possa introdurre fasce orarie di divieto per l’accensione delle macchinette. Ad esempio, in prossimità di una scuola, seppur nel rispetto delle distanze previste, l’apparecchio da gioco potrebbe essere inibito del suo funzionamento nelle fasce orarie di accesso e di uscita dall’istituto”, ha aggiunto. E’ previsto dal regolamento approvato a Crema il distanziometro a 500 metri per gli apparecchi da gioco da istituti scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali e semiresidenziali, operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile, oratori; e di 100 metri da sportelli bancari, postali o bancomat, agenzie di prestiti, agenzie di pegno, esercizi di acquisto di oro, argento o oggetti preziosi. “Sono previsti incentivi – ha aggiunto ad Agimeg -, che dovremo studiare in sede di proposta di Bilancio, e iniziative di defiscalizzazione per quegli esercizi virtuosi che decidono di dismettere gli apparecchi da gioco. Sappiamo che spesso sono evidentemente fonti di proventi. Per il commerciante che rinuncia è quindi sicuramente una minor entrata, vorremmo perciò poter compensare o comunque riconoscere un elemento di virtuosità”. Per le attività in essere, ha detto ancora, “ci atterremo a quanto previsto dalla Legge Regionale. Per gli esercizi antecedenti al gennaio 2014 non si potranno prendere misure, per i nuovi ci si attiene a queste norme. Si tratterà di capire, in termini di fiscalità, se a fronte di una puntuale mappatura che tenga conto dei dati di attivazione e scadenze contrattuali sia possibile un’azione più penalizzante. Credo che in questo caso possa avere più senso il discorso dell’ordinanza che impone limiti orari. Miriamo ad azioni puntuali, l’ordinanza non dovrà colpire tutti gli esercizi allo stesso modo, ma andrebbe a disciplinare caso per caso. Incentiveremo i controlli. Sono previste sanzioni pesanti, di 15mila per il mancato rispetto delle distanze e di 10mila per somministrazione ai minori”. E sul tema del proibizionismo ha concluso: “Mi reputo una persona con un’ampia cultura dei diritti, che sto giocando a tutto campo nel nostro Comune. In questo caso il tema non è più solo quello del diritto individuale, ma c’è in gioco la salvaguardia delle degenerazioni. Si tratta di un fenomeno di cui non abbiamo ancora dati certi, mi rendo conto che si chiede un grosso sacrificio e che c’è un intervento forte sul tema della liberalizzazioni degli orari. Qui c’è in gioco una dipendenza che spesso ricade sulla famiglia del giocatore patologico. A mali estremi rimedi. Questa finalità è preminente”. cdn/AGIMEG