Antiriciclaggio, Arrotino (SKS365): “Operatori del gioco pubblico primo presidio di legalità contro le infiltrazioni criminali”

“Le organizzazioni criminali vedono nel gaming un settore redditizio, per questo cercano di inserirsi indebitamente con metodi che possono andare dall’attività estorsiva alla creazione di reti parallele, dall’alterazione degli apparecchi da gioco fino alla manipolazione degli stessi eventi sportivi (match fixing)”. E’ quanto ha detto Antonio Arrotino, AML Manager e MLRO di SKS365 – nonché Responsabile ‘Settore Giochi’ Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio – nel secondo appuntamento con AML EXPO a Milano, dove specialisti e addetti ai lavori si sono riuniti per fare il punto sugli strumenti tecnologici, digitali e normativi sull’antiriciclaggio. “Se a questo aggiungiamo anche i reati individuali (truffe, furto di dati sensibili, ecc) e pensiamo che si tratta di un mercato da miliardi di euro, 105 nel 2018, la dimensione del rischio è sotto gli occhi di tutti.” Se gli utenti e, in generale, i consumatori sono le prime vittime – spesso inconsapevoli – di questi meccanismi, la stessa industry legale è fortemente esposta e danneggiata non solo economicamente, ma anche nell’immagine e nella percezione di sicurezza. Gli ultimi progressi in campo tecnologico e normativo, uniti a una rinnovata presa di coscienza che si fa sempre più presente nel comparto, mettono nelle mani di ciascun operatore un’occasione preziosa per farsi baluardo di legalità. Le parole d’ordine sono prevenzione, collaborazione e controllo. “Serve coesione tra tutti gli attori coinvolti. E serve condivisione di uno stesso impegno contro l’illegalità, non solo come semplice operatività quotidiana ma come missione etica e responsabilità a tutti i livelli: dentro e fuori le aziende, online e offline, verso il cliente e al fianco delle Istituzioni – ha proseguito Arrotino – I presidi antiriciclaggio valgono da sistemi di controllo e di tutela. Ma dietro questi dispositivi ci sono le persone: specialisti, funzionari e professionisti esperti. Il primo passo è colmare le zone d’ombra, difendere i confini di legalità e fare fronte comune contro un nemico che diventa sempre più preparato e, dunque, più pericoloso.” I numeri presentati vanno nella direzione espressa da Arrotino: “Le SOS, ovvero le Segnalazioni di Operazioni Sospette, sono utilissime ad avviare approfondimenti finanziari e, se necessario, investigativi. Nel 2017 le SOS inoltrate all’UIF – ‘Unità Informazioni Finanziarie’ dai prestatori dei servizi di gioco sono state 2.600. Già nel 2018 erano 5.067 e nel solo primo semestre del 2019 siamo a oltre 3.000 (su un totale di 51.201 inoltrate da tutti i soggetti obbligati). Non significa che aumenta la criminalità, significa che aumenta l’attenzione, ed è un segnale di non poco conto.”
Tra i relatori del convegno anche Ranieri Razzante, Presidente dell’Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio, professore di Legislazione antiriciclaggio all’Università di Bologna e vicepresidente dell’organismo di vigilanza di SKS365: “Il sistema di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo italiano è tra i migliori al mondo e le autorità di settore sono tra le più attente e consultate, soprattutto dalle omologhe in sede europea. La storia dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore del gaming va tenuta fuori da quella retorica che vede necessariamente la complicità degli operatori di settore rispetto al fenomeno. Mi sento di garantire – aggiunge Razzante – che gli studi fatti e le risultanze delle investigazioni ci consegnano un dato evidente: il comparto del gioco attira la criminalità organizzata quanto quello degli appalti, delle costruzioni, dello smaltimento dei rifiuti e molti altri. I controlli antimafia previsti in Italia sono penetranti, ma fa male al sistema, in ogni caso, il pregiudizio circa la sua ‘moralità’ e tenuta strutturale. Da ultimo non va dimenticato che il settore del gaming è uno dei principali contribuenti italiani e che è dotato di meccanismi di controllo interno all’avanguardia, tanto che nell’ultimo anno le segnalazioni di operazioni sospette pervenute alla UIF sono raddoppiate rispetto al 2018, superando di gran lunga quelle dell’intero comparto delle libere professioni. Da anni – conclude il Prof. Razzante – sostengo l’urgenza di una revisione normativa che porti finalmente alla redazione di un «testo unico dei giochi», poiché è ancora troppo farraginoso il quadro legislativo su questa delicata materia”. lp/AGIMEG