Zapponini (Pres. SGI) replica a Di Maio: “Con la card, oltre al gioco legale, sarà inibito anche l’accesso a quello illegale?”

“Le card per ricevere il reddito di cittadinanza sono pronte, ma non permetteranno l’utilizzo nel gioco d’azzardo”. E’ quanto ha detto Luigi Di Maio, ministro del Lavoro e Sviluppo Economico, in occasione della kermesse M5S sul Reddito di Cittadinanza. La notizia delle modalità di utilizzo delle card è stata twittata dal Presidente di Sistema Gioco Italia, Stefano Zapponini, che domanda al Vicepremier se “sarà inibito anche l’accesso al gioco illegale?” e nel caso di risposta affermativa “Ci spiegherebbe come?”.
“La mia chiaramente è una domanda retorica – ha dichiarato Zapponini ad Agimeg – il fatto è che questo Governo ha una contezza approssimativa tra gioco di Stato, ovvero gioco pubblico e legale, e gioco illegale. Il fatto che questa card per il reddito di cittadinanza non possa essere impiegata per il gioco legale è una scelta politica che non commento. Se si ragiona in ottica di software, è possibile bloccare solamente il gioco legale, ma come si può assicurare e garantire che non venga utilizzata per l’illegale? Colpire il gioco legale facilita l’illegalità. Noi operatori del settore abbiamo una responsabilità che non è né politica né elettorale – ha proseguito il Presidente di Sistema Gioco Italia – ma siamo imprese che lavorano per conto dello Stato, sotto una regolamentazione pubblica. Questo Governo deve capire che siamo dalla stessa parte, il problema dovremmo risolverlo insieme, soprattutto ora che vi è una sacca di illegalità sempre più crescente che rischia di sostituirsi al gioco legale. Gli operatori del settore sanno benissimo che il giocatore deve essere protetto, non hanno alcun interesse che si ammali e non giochi più. Con il reddito di cittadinanza si punta a ridurre la povertà, ma nel frattempo si creano 150mila disoccupati, quanti sono i lavoratori che operano nel settore dei giochi. Non voglio dare giudizi di merito – ha concluso Zapponini – ma il gioco d’azzardo è stato legalizzato dallo Stato e finché sarà così chi opera per conto dello Stato non deve essere combattuto”. cr/AGIMEG