Venezia: Deserta la gara da 508 milioni di euro per la privatizzazione del casinò. La parola torna al Comune

Casinò Venezia, deserta la gara per la privatizzazione

Oggi, 18 aprile 2014, nella gara per l’affidamento della concessione del servizio di gestione della casa da gioco di Venezia, alla prevista scadenza delle ore 12 odierne nessuna offerta è stata presentata. Lo specifica il Comune di Venezia in una nota. I soggetti che avevano presentato domanda di accesso alla Data Room Virtuale ed avevano sia effettuato la visita ai siti, sia partecipato alla Management Presentation hanno ritenuto di non presentare offerta. L’avvenuta presentazione di una domanda di accesso alla Data Room Virtuale e la richiesta di visita ai siti è certamente indice di un interesse del mercato alla concessione. Sarà, ora, l’Amministrazione Comunale a definire come procedere nell’interesse della Città di Venezia. gr/AGIMEG

Casinò Venezia, deserta la gara da 508 milioni di euro per la privatizzazione della casa da gioco. La palla torna al Comune

E’ andata deserta la gara per la privatizzazione del Casinò di Venezia, il termine per la presentazione delle offerte – già slittato, originariamente era stato fissato al 19 marzo – scadeva oggi alle 12. “Sarà, ora, l’Amministrazione Comunale a definire come procedere nell’interesse della Città di Venezia” recita un comunicato diffuso dallo stesso Comune. Con la gara doveva essere affidata per un periodo di 30 anni la “gestione dell’attività di gioco d’azzardo presso la casa da gioco di Cà Vendramin Calergi (la “Sede Principale”) e di “Ca’ Noghera” (la “Sede Secondaria”) mediante concessione di servizio”. In pratica la gara prevedeva il trasferimento, appunto per 30 anni, “dei beni strumentali all’esercizio (…) mediante l’acquisizione del 100% della partecipazione in Casinò di Venezia Gioco detenuta da Casinò Municipale Venezia”. Il concessionario avrebbe acquisito “assumendone il rischio, il diritto di gestire il Servizio presso le Sedi della Casa da Gioco, percependone i proventi”. Previo consenso del Comune, il concessionario avrebbe potuto dismettere la Sede Secondaria di Ca’ Noghera – ma non la Sede Principale – e svolgere il Servizio in una diversa sede. Il bando prevedeva inoltre che Comune mantenesse “un potere di indirizzo, di controllo e di vigilanza sul Servizio gestito dal concessionario affinché il suo svolgimento sia conforme in maniera puntuale alla legge, a eventuali norme regolamentari applicabili, a eventuali prescrizioni ministeriali e alle finalità istituzionali del Comune”. Alla scadenza della Convenzione, i beni utilizzati per la gestione del Servizio, conferiti a CdV Gioco, sarebbero stati “devoluti al Comune o trasferiti a un terzo soggetto selezionato dal Comune mediante nuova procedura a evidenza pubblica”.
La gara aveva un valore di circa 508,5 milioni: nel bando si specificava che 140 milioni (importo fisso soggetto a rialzo) venissero versati al momento della sottoscrizione quale corrispettivo per i primi due anni. Altri 308 milioni (importo soggetto a rialzo) dovevano essere versati a partire dal terzo anno e fino alla scadenza della gestione come importo minimo degli introiti da gioco. E ancora 16,1 milioni (importo fisso) dovevano essere versati come corrispettivo della tassa annuale di concessione governativa. A partire dal settimo anno e fino alla scadenza, l’aggiudicatario avrebbe dovuto corrispondere una differenza (pari a almeno il 5%) tra i ricavi di gioco e i 140 milioni. Infine, erano previsti altri 44,3 milioni per l’acquisizione della Partecipazione di CdV Gioco. gr/AGIMEG