Tassa 500 milioni: le concessionarie tornano a chiedere il rinvio alla Corte Costituzionale ma per l’Avvocatura di Stato sono in grado di pagare anche la seconda rata

Il Tar Lazio dovrà tornare domani sui ricorsi contro la tassa dei 500 milioni che la legge di Stabilità ha addossato al settore degli apparecchi da intrattenimento. Le concessionarie e gli esponenti della filiera – sono diverse decine i ricorsi intentati contro la misura – torneranno a chiedere di rimettere la questione alla Corte Costituzionale, sostenendo in pratica che la tassa abbia modificato in maniera sostanziale gli equilibri economici degli accordi.

L’Avvocatura di Stato – secondo quanto apprende Agimeg – farà invece leva sul fatto che la prima rata della tassa – quella da 200 milioni scaduta il 30 aprile scorso – sia stata pagata per sostenere che gli operatori siano in grado di onorare anche la seconda che ha come termine il 30 ottobre. Intanto però concessionarie e filiera hanno sospeso le trattative che avevano avviato per determinare come dividere la tassa tra slot e vlt, e come ripartirla tra i vari soggetti della filiera: si attendeva infatti che il decreto delegato sui giochi – naufragato definitivamente sabato scorso – dettasse quantomeno delle linee guida. La strada degli accordi però è ancora percorribile, e l’Avvocatura di Stato potrebbe fare leva proprio su questa possibilità per chiedere un rinvio, invece di correre il rischio che la questione venga rimessa alla Corte Costituzionale. Al momento – sempre secondo quanto si apprende – l’Avvocatura di Stato non ha ancora chiesto un rinvio, tuttavia non è da escludere che lo faccia direttamente nell’udienza di domani.

Le ricorrenti sono sono già pronte a ribattere che gli eventuali accordi arriverebbero tardi: la prima tassa è stata pagata grazie al fatto che i concessionari hanno anticipato un centinaio di milioni (altri 30-40 milioni erano grossomodo la quota di loro spettanza, che quindi avrebbero comunque dovuto versare; altri 60 sono stati corrisposti da quei gestori e esercenti che si sono adeguati). La filiera però – una volta siglata l’intesa – dovrebbe restituire quelle somme, e dovrebbe essere in grado di fare fronte, il 30 ottobre, alla propria quota della seconda rata (una somma che può essere stimata in circa 240 milioni). In totale insomma dovrebbe versare 340 milioni nel giro di 4 mesi.

A complicare ulteriormente il quadro, il fatto che il Tribunale Civile di Roma si sia pronunciato già due volte – con delle ordinanze – sulle modifiche unilaterali che le concessionarie hanno cercato di imporre ai gestori. Nel primo caso ha respinto le richieste del gestore, nel secondo ha affermato che i concessionari non possono “imporre un nuovo contenuto contrattuale conforme alla nuova legge” al gestore, ma solo “l’estinzione del contratto in corso”. gr/AGIMEG