Tar Lazio, avv. Barreca (difensore Bplus) “L’aggiornamento dell’interdittiva è un autogol della Prefettura”

Si sta svolgendo di fronte alla Seconda Sezione del Tar Lazio l’udienza di merito dei ricorsi intentati da Bplus contro la revoca della concessione e il commissariamento, scaturiti dalla vicenda del finanziamento ottenuto dalla Banca Popolare di Milano, e da presunti legami del proprietario della compagnia, Francesco Corallo, con ambienti mafiosi. “La proprietà di Bplus è nota dal 2004” ha detto l’avvocato Lino Barreca, difensore della compagnia, per sottolineare “l’illogicità e la carenza di istruttoria” nell’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Roma nel 2012, e dei provvedimenti successivi. “L’aggiornamento dell’interdittiva” ha proseguito Barreca, “effettuata nell’agosto 2014 è un autogol, è una richiesta di aiuto, il Prefetto si limita a chiedere “ditemi che cosa c’è”. E ancora, “Su questi fatti c’è stato un lungo accertamento, e un’archiviazione, per chiarire se c’erano infiltrazioni criminali, e fare luce sui rapporti tra padre e figlio. E nessun fatto rilevante è emerso, tanto che si è arrivati a un provvedimento di archiviazione. Anzi è emerso che dal 1994 Francesco Corallo non ha alcun rapporto con il padre, sono passati 20 anni”. E concludendo “A oggi, non abbiamo capito quali addebiti muova la Prefettura a Francesco Corallo. L’unico contatto è un documento con cui Corallo restituisce alcuni terreni al padre, un ulteriore segno del fatto che i rapporti siano stati completamente interrotti”. Intervenendo sulla vicenda della BPM, Barreca ha quindi sottolineato che Corallo non sia stato accusato di riciclaggio. gr/AGIMEG