Tar Lazio: aumenti Preu possono aver alterato l’equilibrio della concessione Vlt. Sospeso ricorso Bplus, in attesa della pronuncia della CGE sulla questione analoga della tassa dei 500 milioni

I continui aumenti del preu sulle vlt potrebbero aver causato uno squilibrio nella concessione, simile a quello che si teme abbia provocato la tassa dei 500 milioni e su cui si attende la decisione della Corte di Giustizia. E’ il dubbio che solleva il Tar Lazio con una sentenza non definitiva con cui sospende un ricorso intentato nel 2014 da Bplus – oggi Global Starnet. La compagnia chiedeva un risarcimento da 135 milioni di euro a causa dell’eccessiva onerosità che si è determinata nella gestione delle vlt facendo leva sia sulla concorrenza inattesa arrivata con il lancio delle slot online, sia appunto sui continui aumenti della tassazione.
I giudici romani comunque dichiarano improcedibile la prima parte del ricorso, quella che riguarda il lancio delle slot online. In sostanza la compagnia sottolineava di aver effettuato – nel 2009 – ingenti investimenti per creare la rete delle vlt, e pertanto aveva maturato il legittimo affidamento che non venissero lanciati prodotti concorrenti. Il Collegio sottolinea di aver già respinto questa tesi con una sentenza del 2017 su cui si è ormai formato il giudicato.
I continui aumenti del Preu – ormai arrivato all’8,5% – potrebbero invece aver determinato uno squilibrio contrattuale. Il Tar ricorda che su una questione simile – quella della tassa dei 500 milioni – il Consiglio di Stato ha rimesso la questione alla Corte di Giustizia, proprio ipotizzando che i continui interventi sulla tassazione – basati sulle sole esigenze di fare cassa – potessero stravolgere l’equilibrio della concessione. E per il Tar quel dubbio è “una questione pregiudiziale la cui risoluzione, mutatis mutandis, potrebbe incidere sulla risoluzione della questione di diritto posta all’attenzione del Collegio nel presente giudizio circa la compatibilità con i principi del diritto europeo (tra cui la tutela del legittimo affidamento) di una normativa nazionale che per sole ragioni economiche riduce nel corso della durata della stessa il compenso pattuito in una convenzione di concessione stipulata tra una società ed un’amministrazione dello Stato Italiano”. E ancora, “Pur nella diversità della normativa nazionale sottoposta allo scrutinio della Corte di Giustizia, la questione pregiudiziale che è stata rimessa concerne la compatibilità con il principio del legittimo affidamento di una normativa nazionale, concernente anche in quel caso le concessioni di giochi pubblici, che in corso di concessione modifichi le condizioni economiche della stessa (nel caso esaminato dal Consiglio di Stato con un prelievo una tantum, nel caso di specie con una variazione incrementale del PREU)”. rg/AGIMEG